venerdì, novembre 21, 2008

Noi due siamo stufi, va bene !!!!??

Durante i giorni della crisi finanziaria più acuta Berlusconi propose, come misura di emergenza, di chiudere temporaneamente la borsa, per raffreddare la follia della fuga di capitali.
Gli dissero subito di no. Non si poteva.

Qualche giorno fa ho sentito ancora Berlusconi commentare in TV la crisi economica.
Berlusconi ha detto di conoscere aziende italiane che vanno benissimo, lavorano e vendono, anno il bilancio in attivo, distribuiscono utili, però hanno visto calare la loro quotazione di Borsa fino al 60% rispetto al valore antecedente la crisi finanziaria internazionale.
Una discrepanza totalmente ingiustificata in termini di realtà industriale.
Il responsabile di tutto ciò è sotto gli occhi di tutti: la Borsa.

Quelle di Berlusconi sono accuse implicite al ruolo negativo, addirittura paralizzante, che sta volgendo il sistema borsistico internazionale nei confronti della vita delle aziende, e coincide perfettamente con dei concetti che anche io ho espresso alcune settimane or sono paragonando la borsa ad una casa da gioco d’azzardo, in contraddizione al suo ruolo di luogo deputato agli investimenti.

Mia e-mail del 8/10/2008 - Oggetto: La Borsa
…… La Borsa è il luogo deputato per investire nelle aziende ivi rappresentate
oppure è l’alter ego del Casinò ???
In Borsa si partecipa alla vita delle Aziende o si fanno le puntate sui cavalli ???

Forse è colpa mia ma non ho sentito commenti sul tema da altre fonti politiche o giornalistiche.
Conosco solo i commenti di Berlusconi.
La TV è solamente il luogo del colloquio governo-opposizione basato sullo stucchevole schema
(voce pro-governo) Tutto va ben madama la marchesa (voce opposizione) Piove governo ladro

Mi chiedo se sarà mai possibile cambiare il modo di operare della borsa.
Per farlo bisogna agire a livello mondiale, occorre pertanto un’autorità mondiale, che però non esiste.
E’ fuori dalle possibilità umane. Forse per questo nessuno ne parla.

Sento tanti bla bla bla generici sul cambiare le regole del gioco ma senza mai indicare alcunché di preciso.
In genere si parla del sistema bancario. La borsa non è mai menzionata

I bilanci delle banche, è chiaro, devono essere tenuti sotto rigido controllo, siamo tutti d’accordo.
E poi cos’altro si dovrebbe fare se non frenare il gioco d’azzardo in Borsa,
o meglio ancora eliminarlo del tutto ???

Il comportamento attuale del sistema borsistico internazionale è di tipo astronomico:
una stella, Wall Street, ed i suoi pianeti che ruotano intorno. Cioè tutte le Borse degli altri continenti.

Il SoleWallStreet sorge sulla costa atlantica sette ore dopo rispetto al fuso orario Gmt dell’Europa, il nostro.
Durante quelle sette ore “al buio” in Europa si giochicchia. Si palleggia in attesa dell’alba borsistica.
E’ il primo tempo della partita.
Tutti sono in attesa che sorga il Sole WS. I conduttori televisivi, al mattino danno le previsioni del tempo e quelle sull’apertura di WS: al rialzo o al ribasso.
A Piazza Affari si preparano a comprare o vendere, secondo le previsioni.
Allo spuntare dell’astro WS, diventa chiaro quale sarà il gioco odierno: rialzo o ribasso.
E’ il secondo tempo della partita per tutto il sistema borsistico planetario, il tempo decisivo per la partita odierna. Come nel calcio.
Tutte le borse satellite, d’Europa e d’Asia, seguiranno l’andamento di WS

Formalmente questo sistema porta il nome di mercato azionario ma i comportamenti non sono quelli di un mercato.
In un mercato reale i prezzi dipendono dalla disponibilità, scarsa o abbondante, delle merci, vale a dire un elemento di riferimento obiettivo, concreto.

In Borsa le merci sono sempre quelle: il listino dei titoli.
E non ha senso che giorno dopo giorno il valore di ogni singola azienda europea o asiatica salga o scenda solo a causa dei rialzi o ribassi di Wall Street.

Il rialzo o il ribasso in borsa lo decidono quelli che menano la danza a WS, che muovono masse di denaro sufficienti a provocare le oscillazioni, alle quali poi si accodano quelli del parco buoi.

E’ un gioco di tipo zingaresco: il gioco delle tre tavolette, dove i protagonisti sono gli squali plurimiliardari (banche, assicurazioni, sceicchi ed altre figure analoghe) che giocano a sbranarsi.
Quando le loro competizioni finiscono in rissa mandano in crisi la vita organizzata del nostro tempo in tutto il mondo industrializzato.
E questo è senza senso.
Ma è possibile che i leader politici di tutte le grandi Nazioni accettino di sottostare a questo malefico gioco che mette a repentaglio la sicurezza sociale di tutti ???

Per evitare le crisi acute come quella che stiamo vivendo, sarebbe necessario e sufficiente rallentare il ritmo delle transazioni, come fa oggi la Borsa quando un titolo è sotto speculazione troppo evidente.

Non ci sarà per caso un Grande Fratello (Il personaggio del romanzo “1984” di George Orwell. Non lo stupidissimo omonimo programma televisivo).
Un Grande Fratello a livello mondiale che impone il suo gioco ?

Esisterà qualcuno che ha il coraggio di alzare la voce e far terminare questa oscena dipendenza di tutti noi da questo tavolo di giocatori d’azzardo supermiliardari ?
Eliminare la spada di Damocle che pende quotidianamente sulla testa di milioni, miliardi, di persone.

E poi un’altra cosa. E’ possibile che a parlare si debba sempre essere io e Berlusconi !!!??
Noi due siamo stufi, va bene !!! ??

domenica, novembre 09, 2008

IL PARADISO PERDUTO

IL PARADISO PERDUTO - Introduzione

Nel mondo occidentale, moderno, industriale di oggi il contadino non esiste più.
Oggi gli addetti all’agricoltura sono persone che siedono su una macchina e girano per i loro campi.
Per mezzo di ammennicoli vari, appendici del trattore, lavorano la terra senza scendere dalla macchina. Sono dei sedentari dell’agricoltura.

Il contadino, nel mio immaginario, è una persona che lavora la terra con le sue braccia.

Nel terzo mondo ci sono ancora i contadini, gli uomini che lavorano ancora la terra con le loro braccia. Le loro condizioni di vita sono molto varie in relazione all’ambiente in cui si trovano.
Noi li conosciamo un po’, genericamente, confusamente, attraverso la televisione.

I contadini io li vedo come quelli che ho visto in Romagna negli anni quaranta, sulle colline dell’appennino tosco-emiliano, e la loro immagine è rimasta scolpita nella mia mente e nei miei sentimenti. Uomini rocciosi, dediti al lavoro, solo al lavoro.

Io provo un sentimento di riconoscenza verso di loro. Sento di dovere qualcosa ai contadini romagnoli. In tempo di guerra, durante i bombardamenti su Milano sono stato da loro, nella loro terra, nelle loro case.
Ho vissuto con loro.
Dedico perciò a questi contadini una mia favola, fatta di realtà, ma con un finale surreale, immaginato al solo scopo di trovare una pietra di paragone alla loro sofferenza esistenziale.

UNA FAVOLA DI VITA REALE

Plasmati dalla terra
Il contadino nasce a otto anni.
A otto anni il padre gli mette in mano una zappa.
Le mani del ragazzo la sentono e capiscono che devono dilatarsi per avvolgere il legno in una morsa.
Le mani vogliono bene al ragazzo e fanno di tutto per aiutarlo.
Diventano grandi e forti.

Poi qualcuno mette sulle spalle del ragazzo fascine di fieno, di paglia, di legna.
Anche le spalle vogliono bene al ragazzo e cercano di assumere la forma adatta al compito.
La forma giusta somiglia al dorso dei muli e dei somari.
Le spalle si allargano e si arrotondano; si adeguano.

Il tronco e le gambe vorrebbero allungarsi ma si rendono conto che il ragazzo non guarda al cielo.
Guarda sempre la terra ed è in dialogo continuo con essa.
E’ l’oggetto esclusivo della sua vita.
Se gambe e tronco si allungassero renderebbero difficile la vita al ragazzo.
Sia le gambe che il tronco gli vogliono bene e preferiscono allargarsi invece di allungarsi.

A vent’anni il contadino è fatto, è completo, è uomo plasmato per lavorare la terra con le sue braccia.
Ora lui sa tenere e dominare l’aratro, far navigare la lama dell’aratro sotto terra, e rivoltare sotto sopra le zolle della sua terra, della sua dura terra.

Nasce la famiglia
Un giorno il giovane contadino porta le mucche al pascolo su per i monti della valle.
In una dolce conca erbosa e fiorita il contadino incontra una pastorella con le sue pecore.
L’incontro è fatale.
Il contadino s’innamora all’istante della pastorella e decide di fargli fare un figlio, subito.
La pastorella apre la bocca per pronunciare qualcosa :
poteva essere un no, oppure un si, oppure un ma……….non si sa.

Le mani extra-large del contadino chiudono il discorso sul nascere.

Dopo, subito dopo, il contadino chiede alla pastorella : come ti chiami ?
Lei risponde : Io mi chiamo Donna e tu ?
Il contadino : Io mi chiamo Lavoro
E’ così nata una nuova famiglia.

Lavoro e Donna metteranno al mondo molti altri figli, utili alla famiglia contadina, braccia necessarie per lavorare la terra e sopravvivere.

Presa di coscienza
Lavoro e Donna, dopo anni, hanno una famiglia fatta, con un ultimo pargolo ancora in fasce.
Nel tempo hanno sperimentato la durezza della vita contadina in tutti i suoi aspetti.
Sono passati attraverso il lavoro massacrante, le malattie, le carestie, le morie del bestiame, le annate senz’acqua, le piene del fiume e molti altri ostacoli della vita.
Sul loro volto sono scolpite indelebilmente le fatiche ed i sacrifici trascorsi.
La pelle bruciata dal sole e le profonde rughe che attraversano il viso raccontano la storia della loro vita, il contributo di fatica che hanno dovuto versare alla madre terra.

Un giorno Lavoro e Donna si guardano in faccia e si interrogano :

ma chi è che ci ha cacciati dal Paradiso Terrestre ?
e perché ci hanno cacciati ?
abbiamo fatto noi qualcosa di male ?

Lavoro e Donna decidono di chiedere ragione di ciò a qualcuno che se ne intende.
Decidono di recarsi alla Pieve per porre la domanda al Signor Curato.
Oppure, nel caso lui non ci fosse, chiedere almeno al campanaro.
Dovrà pur sapere qualcosa anche lui.

Lavoro e Donna si incamminano quindi verso la Pieve, con il pargoletto al seno della mamma.

La Pieve
Al di la del fiume e dopo aver scavalcato una collina, Lavoro e Donna giungono alla Pieve.
Entrano timorosi in chiesa, si guardano intorno con circospezione e non c’è nessuno. Vanno a vedere in sagrestia : nessuno anche li.
Escono, girano intorno alla chiesa, entrano nel piccolo cimitero, poi nel campanile: nessuno.
Ritornano dentro alla chiesa e si mettono a girare ed osservare con grande rispetto e devozione tutti gli angoli del tempio.
Pare che non ci sia nessuno.

L’incontro
Ma, non è vero; qui c’è qualcuno.
E’ un crocefisso appeso al muro.
Un crocefisso a dimensione umana, appeso ad altezza d’uomo.
Anzi, no, appeso ad altezza di contadino.

Lavoro e Donna si avvicinano al crocefisso.
Il viso di Cristo è solamente una spanna più in alto di quello di Lavoro, essendo Lui appeso al legno della croce.

I due, timorosi, si approssimano sempre più alla Croce.
Scrutano il volto di Cristo, lo guardano con stupore, dilatando gli occhi,.
Anche Cristo muove la testa in giù verso di loro, avvicinandola al loro viso.
Lui li guarda, li fissa con occhi amorevoli, pietosi.
Si osservano reciprocamente con grande meraviglia, sfiorando i loro visi.

Lavoro e Donna vedono nel volto di Cristo uno di loro.
Si riconoscono in Lui.
Si identificano in Lui. Hanno incontrato uno di loro.

Lavoro e Donna cercavano la Porta per ritornare al Paradiso Terrestre ed invece hanno trovato una croce come quella che stanno portando loro.

Rimangono a lungo, stupiti, ammutoliti a scrutare il volto di Cristo.
Non riescono a staccare i loro occhi dal fratello inaspettatamente incontrato.

Poi, Lavoro mette una mano sulla spalla di Donna.
I due indietreggiano, adagio senza togliere il loro sguardo dalla Croce, e si avviano piano, quasi furtivamente, verso l’uscita, seguiti dallo sguardo amorevole di Cristo.

Escono dalla Pieve e si avviano in silenzio, attraverso i campi.
Stanno tornando alla loro croce quotidiana.

Franco Valsecchi

La borsa

La Finanza mondiale è peggio dell’Alitalia.
L’Alitalia non si riesce a far morire mentre la Finanza globale non si riesce a farla vivere.

La crisi dei soldi che ci sono ma spariscono pur continuando ad esserci, è terrorizzante.
Colpa della democrazia finanziaria.
Quando i soldi li avevano solo i ricchi non succedeva.
Questi avevano in mano il mondo e non volevano mandarlo a rotoli. Si mettevano d’accordo.
Altrimenti, se litigavano, facevano la guerra, moriva un po’ di gente e quelli che restavano
stavano …ancora male, ma vivi, in attesa di fondare la democrazia finanziaria.

Con la democrazia finanziaria, cioè con i soldi distribuiti in mano a quelli (centinaia di milioni) che non contano niente, è un disastro.
Questi qui (compreso io) si spaventano se la borsa (che in dialetto emiliano significa altro) scende.
Per lo spavento, questi qui che non contano niente, ritirano i soldi e la borsa (quella internazionale) crolla del tutto.
Gli unici a trovarsi bene sono quelli che hanno i debiti (non i mutui indicizzati).
Continuano a non avere niente, neanche da mangiare, senza peraltro risentire della crisi,

Senza i soldi di quelli che non contano muoiono le banche (e i ladroni che ci sono dentro).

Mentre le aziende, dove “lo diceva Neruda che di giorno si suda, ma la notte no”, è il posto dove si dà da mangiare e da bere alla gente,
le aziende dicevo, che a furia di far debiti sono diventate di proprietà delle banche, moriranno insieme a quelle.

Pazienza, ne faremo a meno.

Ci sono un paio di cose nel sistema capitalista, (che è il peggiore se escludiamo tutti gli altri)
che io cambierei: la Borsa ed i Future.

La Borsa è il punto di riferimento dell’economia mondiale.
Quando si accende la TV il mattino si trattiene il fiato per capire come và l’indice di Wall Street.
Se va male tutte le altre borse andranno peggio, ma non perché va male l’economia e gli affari, ma perché i giocatori di borsa hanno la diarrea.

Allora, “La Borsa” è il luogo deputato per investire nelle aziende ivi rappresentate
oppure è l’alter ego del Casinò ???
In Borsa si partecipa alla vita delle Aziende o si fanno le puntate sui cavalli ???

Se si va all’ippodromo a puntare sui cavalli bisogna aspettare una mezzora per capire se si ha vinto oppure perso.
In Borsa con la telematica bastano cinque minuti.
Allora, che razza di investitori sono i borsisti ???
Ed il sistema finanziario internazionale è felicemente dipendente da un ambiente di questo genere ???

Un sistema serio sarebbe quello dove un investitore che decidesse di acquistare una o più azioni di un’azienda fosse obbligato a mantenerne la proprietà per almeno un periodo di bilancio,
cioè per un anno.
Non volendo essere fondamentalisti, come io sono, si potrebbe ridurre il periodo ad un mese.
Sarebbe sufficiente a mio avviso per eliminare l’isterismo del gioco d’azzardo in borsa.

Del resto, nell’attuale regolamentazione di Borsa, quando il prezzo di un titolo sale o scende troppo rapidamente, viene sospeso a tempo indeterminato. Cioè non si può più comprare ne vendere fino a quando non verrà riammesso alla contrattazione.
Viene quindi implicitamente riconosciuto il criterio che il rallentamento della compravendita è un calmiere alla speculazione, cioè al gioco d’azzardo.

Ma non esiste un limite al peggio.
Una volta imparato in USA nel 1929 che la Borsa può far male di maledetto,
qualcuno ha pensato bene di creare dei titoli per scommettitori
ad uso della Borsa medesima: i future o derivati.
Al semplice scopo di convincere più gente a buttarsi dai grattacieli di Manhattan.
Di sicuro è stato Gorge W. Bush. Come faranno senza di lui in USA ?
Chi mai potrà fare qualche cazzata ?
Sarà un altro grosso problema anche per le nostre televisioni.

I future, detti anche derivati, sono scommesse esplicite ad uso dei borsisti.
Perlomeno questi si chiamano giocatori : non si chiamano più, ipocritamente, investitori.
Se andassero in malora i giocatori dei future sarebbe il meno.
Il fatto è che ci hanno giocato anche le Banche e gli Enti Pubblici tipo i Comuni italiani.

A questo punto devo mettere le mani avanti.
Ho parlato di tante cose che non fanno parte del mio mestiere.
Può darsi, anzi è sicuro, che abbia detto un sacco di cazzate.
Un qualsiasi Bocconiano mi potrebbe zittire
Non rispondo di tutte le cose che ho scritto.

Conclusioni filosofiche

Prima è morto il Comunismo e adesso rischia di morire anche il Capitalismo.

Il Comunismo è morto di una malattia genetica: voleva eliminare dal DNA umano l’istinto di supremazia. Voleva, in altre parole, eliminare la competizione tra gli individui.
Non esiste essere vivente, animale o vegetale, che non abbia inscritto nel programma del DNA l’istinto della competizione.
E’ necessario alla sopravvivenza.

Il Capitalismo è seriamente malato di un virus: lo sport della competizione superflua.
Le malattie genetiche non si possono combattere.
I virus si possono combattere e vincere.
Con una competizione per la sopravvivenza

Pescecani e parco buoi

Adesso la crisi finanziaria, almeno la fase acuta, è passata. Così pare

Ci sono tanti misteri in quello che è successo.
Chissà quanto poco verremo a saperne alla fine !!!

Non sappiamo come e perché sia avvenuta, ed anche poi perché si sia fermata.

Tutti (salvo i barboni) con gli occhi fissi sul termometro: Wall Street.
Come un temporale, un uragano.
Nessuno ci può far niente.

Una volta innescato il crollo nessuno ha il potere di fermarlo.
Somiglia a Cernobyl

A Wall Street (come altrove) convergono i soldi dei superpotenti, i pescecani, ed i soldi del “parco buoi” come chiamano a Piazza Affari i piccoli risparmiatori, cioè la gente comune che ha l’incoscienza di partecipare al gioco di borsa.

Il parco buoi di Wall Street evidentemente è immenso. I pescecani invece sono molti meno ma muovono cifre immense. I pescecani in pratica sono le banche

Quando i pescecani cominciano a scannarsi quelli del parco buoi si spaventano e scappano.
E’ come una mandria di bufali impazzita e scatenata nella prateria. Nessuno può più fermarla.

Allora, dopo, la televisione ti dice che ieri sono stati bruciati nonsisaquanti miliardi di dollari !!!.
Ma quale bruciati !!!!????
Nessuno brucia i soldi !!!!
I soldi ci sono ancora ma sono passati di mano !!!!

In quali mani ??? Chi è che li avrà ???
Quelli del parco buoi ???
Un accidente!!!!
Sono nella pancia dei pescecani. Non tutti i pescecani ben s’intende !!!.
Solo nella pancia di quelli che hanno vinto la gara a squartarsi.

Allora dopo, gli animali diversi dai buoi, quelli più piccoli, cioè le pecore, che non portano i soldi a piazza Affari, vanno belando piagnucolose in banca a ritirare i soldi da mettere sotto il materasso.

La banche ad un certo punto (dicono che) non hanno più liquido e chiedono aiuto al governo.
Le banche per far fronte a queste situazioni hanno tra loro un sistema di credito reciproco,
il credito interbancario, ma sembra che non basti.
Io mi immagino con quale entusiasmo i pescecani…pardon!!! le banche, si facciano credito l’un l’altra il giorno dopo essersi squartati a Wall Street !!!
Ma anche il giorno prima, o l’anno prima, era la stessa cosa.

I politici dicono che adesso bisogna cambiare le regole
Nessuno dice quali regole.

Bisognerà vedere chi comanda.
Se comandano le banche, queste cambiano….gli orari di accesso agli sportelli.

Basta !!!
Più ne parlo e pusè me van insema i sentiment
Beati i barboni !!!

Sogno di una notte di mezza estate

Adesso ho capito perché io e quelli della mia età siamo maleducati. E anche ignoranti.
Quando avevo sei anni mi hanno mandato alla scuola elementare Rosa Maltoni Mussolini
In Via Bodio.
Le classi erano di 40 scolari e io avevo una sola maestra, durata fino alla quinta elementare.
Si chiamava Signora Torre.
Io l’avevo scambiata per un’altra mamma anche se non mi sbaciucchiava.
Con una sola maestra, mamma per cinque anni di quaranta ragazzini di periferia, ignoranti e sporchi quanto basta, non si può imparare l’educazione e poi anche imparare a leggere, scrivere e far di conto.

L’ho capito molti anni dopo, nel sessantotto, quando hanno dimezzato gli alunni e triplicato le maestre.
Ovviamente ci sono voluti più soldi ma il risultato s’è visto. Chi più spende meno spende !!!
Abbiamo una scuola che è il fiore all’occhiello dell’Italia.
Più che altro il fiore è la scuola, un fiore di scuola, non tanto i ragazzi, ma tanto quelli cambiano.
E poi se non altro portano abiti firmati.

Adesso si vorrebbe tornare indietro !!!
E tutto per fare cassa !!!
Non bisogna fare cassa, bisogna fare i debiti !!! Ci vuole il coraggio imprenditoriale, ci vuole !!!

Bene fanno gli universitari a occupare le aule !!!
Bisogna tornare al sessantotto. A Mario Capanna !!! Quelli si che erano tempi.

Adesso noi abbiamo un patrimonio di 20 milioni di pensionati, contando anche mè.
Senza le lotte studentesche di allora col cavolo che li avremmo !!!
Questa è una ricchezza dell’Italia !!!

Il governo si lamenta perché ci sono centomila insegnanti in più del bisogno.
Ma proprio del bisogno stitico nèè !!!

Cosa vuoi che siano centomila insegnanti !!! Se li metti a San Siro ci stanno tutti.
Per mettere dentro lo stadio i pensionati ci vogliono duecento stadi di San Siro !!!
Allora vedi che tutto è relativo.

Invece quello che non capisco è che per avere una vera democrazia bisogna occupare le aule delle università. Io non sono ancora riuscito a trovarlo scritto nella Costituzione.
Va bene che adesso avrò bisogno del libro parlato perché mi bruciano gli occhi a leggere.
Se qualcuno trova dove è scritto me lo dica.
Sappiamo benissimo che gli studenti sono feroci difensori della Costituzione, contro i governi
clerico-fascisti, e quindi è meglio lasciarli fare.

L’occupazione è venuta di moda nel sessantotto
e non si può cambiarla ora all’improvviso, che diamine !!!!
Sono passati quarantanni !!! Adesso sarebbe una prepotenza.

Berlusconi ieri ha detto che è illegale.
Sentendo cosi, uno come me si mette in mente che è la volta che la polizia va e li caccia fuori.
A pedate nel culo, se, per ragioni di equità, si riesce a darle a tutti.

Invece il mio era il sogno di una notte di mezza settimana !!!!
Qualcuno gli deve aver telefonato dall’Italia, magari quelli delle indagini demoscopiche.
Allora oggi ha detto che l’occupazione è si illegale, ma la polizia non andrà a cacciarli.
Fine di un sogno.

Dopo, alla televisione, ho visto e sentito Franceschini, il porta-voce della sinistera,
che sentenziava scandendo le parole con tono minaccioso, che
se qualcuno osava torcere un capello, un solo capello, ad uno studente
stava fresco !!!
Uuuuhhh!!!! Che paura !!!!!
Franceschini non scherza. Bisogna stare attenti.
Lui è uno capace anche di atti di eroismo.
E’ cosi che si difende la Costituzione !!!!

giovedì, ottobre 02, 2008

POLIEDRICITA’ DELLA VITA

Vita improntata alla norma, nel rispetto della forma.
Vita con il culto della celebrità, pensando che dia felicità.
Vita in cui la meta ideale, è poter sconfiggere il male mondiale.
Vita all’insegna della fuggevole bellezza, unita al gusto artistico ed al sogno dell’eterna giovinezza.
Vita da geniali Registi, inventori di film allegri o tristi.
Vita cercando, spasmodicamente, di evitare guai, che, nostro malgrado, non mancano mai.
Vita dedicata all’insegnamento, d’arte, cultura e comportamento.
Vita da Chirurghi e Dottori, atti al recupero d’organi vitali e cuori.
Vita da Prelati e Sacerdoti, salvando anime ed estraendo, da ognuno, buone doti.
Vita da Ladri e Banditi, che, nel far del male, male son finiti.
In tutta la vita, ognuno ha subito delusioni, ha cercato felicità in grandi emozioni, nonché, in piccole trasgressioni.
Ha dedicato, piacevole tempo alle sue Passioni, ha dovuto, Sempre, espletare i doveri delle sue mansioni.
Ha anelato: Dolcezza e Buoni Sentimenti, avute da chi aveva generose menti.
Ha lottato contro imbattibili Mulini a Vento, appostati in ogni impensato momento.
Ha cercato di evitare ulteriore Sofferenza, avendone subita a Sufficienza, nel corso della sue esistenza.
Ha sperato in bilance dai giusti pesi, aspettando, magari… ore … giorni… anni o mesi.
Ha implorato la Giustizia umana, di non essere disuguale e spesso strana.
Ha agognato di raggiungere la perfezione, da tutti ambita e gradita; ma… Utopia… o Immaginazione?
Ha chiesto che, con carità cristiana, qualcuno la consolasse, per non ricadere ancora in una “Impasse”.
Ha fatto, generosamente, volontariato; lavorato, donato, aiutato, incontrando nell’amato Prossimo, anche quello ingrato. Orticello, Campo, Aiuola e Prato, per ogni dove, l’aratro ha solcato, tutti, il proprio possibile Contributo hanno dato Ognuno con contenta stima, dovrebbe sentirsi, serenamente realizzato, anche se sconosciuto e non emerso alla grande, in un Universo, per tutti, troppo grande.

Lucia Valsecchi - Cinisello Balsamo (MI)

LUNA, ASTRO SPLENDENTE

Luna, simpatico astro splendente
Volge a te lo sguardo affettuoso tutta la gente
Sguardo beato verso tutto il creato.

Il cielo illuminato dalla tua tonda forma
Che è notte ci dice. E’ notte di certo, c’informa.
Le stelle d’ogni tipo sparse
Tappezzano il cielo con le loro comparse
Gratuito spettacolo,
Di un grandioso stupendo miracolo.

Immaginiamo che da lassù
Tu possa vedere tutti noi quaggiù
Il melograno e il pero che stanno per maturare
Una mamma che un figlio alla luce stà per dare.

Le nostre vicissitudini, tutte tu vedi
Insieme alle nostre misere ingratitudini
Tu vedi i bimbi denutriti, fin dalla nascita patiti
Lasciati soli, con aiuti troppo piccoli
Molte volte loro si potrebbero salvare
Anche solo con pochi spiccioli
Non disdegnassimo noi tutti di aiutare.

Tu vedi gli occhi dei Tuareg, blu e bianchi
Con i loro cammelli, nel deserto, assetati e stanchi
Con madri e giovin spose
Adagiati come d’uso nelle loro pose
Nell’ombra di un’oasi provvidenziale
Per abbeverarsi e proteggersi dal male.

Tu puoi vedere i grandi e ricchi Cresi
Nei loro harem pigramente distesi
A godere immensi superflui onori
Grazie ai loro conquistati tesori

Tu puoi veder pur anche gli ammalati
Sofferenti, nei loro letti allineati
Assistiti da infermieri e dottori
Amorevoli, premurosi, attenti ai loro dolori

Tutto questo ed altro tu puoi vedere, o dolce pallida Luna
Quando il sole del giorno ti nasconderà
Celerai al mondo tutte le tue pene
Augurando a noi, benevola, ogni bene


Lucia Valsecchi, 4 giugno 2008

LA SOLITUDINE

LA SOLITUDINE

Quando l’animo è in pace
e tutto tace,
una domanda viene,
e rispondere conviene.

Soli si nasce, soli si muore,
passano le ore,
è tua la vita,
incrocia sempre le dita,
ti sorregga la fortuna,
dallo spuntar del sole,
fino a quello della luna.

La ricchezza dei pensieri,
infiniti, profondi e veri,
è la nostra compagnia,
non gettiamoli mai via.

Un momento per meditare,
un altro per progettare,
evitando soprattutto di sbagliare,
nel dire e nel fare.

Quante idee nella mente,
quante cose e quanta gente,
quanti fiori e quanti frutti,
li conosceremo mai tutti?

Quanti alberi e quanti boschi,
a volte anche pensieri foschi,
ma la vita è anche bella,
scongiuriamo ognor la Jella.

Andar per montagne e sentieri,
scacciando pensieri neri,
la natura è una meraviglia,
sorge dalla terra come sua figlia.

Tutto ciò che è stato creato,
non per obbligo, e a noi donato,
non sempre vederlo sappiamo,
incapaci, lo ignoriamo.

Siamo spesso superficiali,
tutte le cose ci sembrano uguali,
ma una rosa scarlatta,
una donna che allatta,
un gesto d’affetto,
di una coppia a braccetto,
sortiscono sempre un bell’effetto!

Suonano a distesa le campane,
scandiscono le ore,
guardiamoci intorno con gli occhi del cuore,
insieme con le ali della saggezza,
tutto sarà bellezza,
anche la solitudine,
diventerà dolce consuetudine.

Aprile-2004 Lucia Valsecchi

Ricordo di Lucia

Mercoledì 16 Luglio è deceduta mia sorella Lucia, 69 anni.

Eravamo quattro di cui io il primogenito. Siamo rimasti in due, io e Peppino
Marta (Suor Saveria), la seconda, è mancata a Santiago del Cile nel giugno del 2000
Lucia era la terza.
Il quarto è mio fratello Peppino.

Nei miei ricordi dell’infanzia Lucia era una bellissima bambolina bionda.
Nell’autunno 1942, noi quattro con la mamma sfollati da Milano causa i bombardamenti,
siamo rimasti sulle colline dell’Appennino emiliano, fino a dicembre 1943.
Eravamo nella valle del fiume Sillaro, che scende in pianura attraversando la Via Emilia a Castel San Pietro Terme.
Nel 1944, ultimo anno di guerra, a Milano, Lucia aveva 5 anni ed io ne avevo 11.

Lucia, ovviamente giocava con la bambola.
Io avevo imparato ad usare il traforo (hobby popolare allora) per creare piccoli oggetti di legno compensato.
Lei mi ha dato l’occasione per costruire piccoli mobiletti per la “casa della bambola” di Lucia.
Il tavolo le sedie l’armadio ecc.
Attraverso gli anni Lucia mi ha sempre ricordato questi episodi di vita. Di quando io gli fabbricavo i mobili per la casa della sua bambola.

Con un grande balzo nel tempo passiamo al pomeriggio di venerdi 18 luglio scorso, al funerale di Lucia
nella nostra bellissima chiesetta Don Bosco.
Al termine della cerimonia, prima che venisse portata fuori la bara,
si è presentata a me una signora che non conoscevo.
Ha detto di essere una collega di lavoro di Lucia. Di averla conosciuta dal momento in cui Lucia, ventenne, era stata assunta nell’azienda, e di voler leggere dall’altare una poesia scritta da Lucia negli ultimi anni di lavoro.
Ovviamente gli ho detto che poteva farlo.

La poesia, dal titolo “Solitudine”, è bellissima, commovente.
C’è stato anche l’applauso finale, più che mai spontaneo.
Lucia ha scritto una quantità imprecisata di poesie, forse una cinquantina.
Questa non la conoscevamo.
All’uscita dalla Chiesa ho contattato la signora e conto di poter avere il testo.
Sicuramente lo distribuirò a tutti gli amici, via email.

Ciao a tutti
Franco

Di Pietro–l’alfiere

In temp de guera ghe pusè ball che tèra
Così dicevano quand’io ero un ragazzino.
Mi seri un fiulot, e ghera la guèra.
Pare a mè che non sia cambiato molto.
Cominciamo a parlare di Antonio Di Pietro, baldanzoso giustiziere senza macchia e senza paura,
a viso aperto, non Zorro il mascherato.
Di Pietro, coraggioso giudice anni novanta (non stò ironizzando) alfiere del pool-mani-pulite
divenne leggendario facendo fuori tutti i gerarchi DC e PSI, smerdandoli davanti alla televisione.
Guadagnò miliardi (in lire) facendo conferenze intorno al mondo.
Tentarono di demolirlo e allora lui, in modo teatrale, si levò la tonica da giudice davanti alla Tv e si diede alla politica.
Purtroppo per lui non era un animale politico.
Non ebbe coscienza del potere mediatico che aveva raggiunto.
In quel momento avrebbe potuto fondare il partito di maggioranza.
Pensò invece di dover trovare asilo e protezione presso un partito che lo ospitasse.
Chiese quindi a D’Alema un posticino.
Felicissimo D’Alema gli diede un ufficio con tanto di segretaria, e lui inizio la sua carriera politica.
Adesso è maturato politicamente: è diventato un vero animale politico, non di nascita ma di mestiere.
E come tale nun-gliene-po-fregà-ddemeno del presente e del futuro del Bel Paese.
Visto che il WalterWeltrone, scoglionato dalla banda di svanverati che allignava nella coalizione di sinistra decise di scaricare i mostriciattoli della falce-e-martello
di abbandonare l’antiberlusconismo come unica ideologia politica
e sostituirlo con un progetto politico genuino e propositivo.
l’Antonio di pietra dice allora tra se e se:
Il WW ha scaricato gli antiBerlusc, che sono tanti, e allora me li prendo io,
e poi vediamo chi fa più voti la prossima volta tra me e WW.
E così ricomincia la vecchia sinfonia italiana.
Il WW capisce che rischia di essere impallinato dai suoi e ritorna ai vecchi refrain.
O il Governo si ferma e la smette di fare il decisionista oppure è guerra dice Weltroni
Che vuol dire:
bisogna fare la concertazione,
bisogna fare il governo assembleare che non decide niente,
bisogna far comandare la magistratura
bisogna fare il governo degli invertebrati.
Siamo arrivati ai ferri corti.
Ricomincia la guerra inconcludente delle parole
Il pericolo è quello di impantanarsi ancora nel nonfargnentismo
Vedremo come la pensano gli italiani
Vedremo se vogliono un governo che decide e governa
Oppure preferiscono
Le garanzie democratiche
Le frontiere sbracate
La monnezza
I no-TAV
I no-global
I no-nuclear
I cortei stradali in difesa dell’aria fritta
Saluti affettuosi a democratici e antidemocratici
da
Franciscofranco














































Gli Zingari

Chi del Gitano i giorni abbella ?
La Zingarella
La Zingare – eellà !!!
Una volta c’era Giuseppe Verdi e c’erano gli zingari e le zingarelle.
Adesso ci sono i Rom. Tanto per fare un po’di confusione.
Questi che abbiamo sono ancora gli Zingari, i quali non hanno mai voluto fare una vita stanziale come noi.
A loro piace la vita di nomadi.
Non ho mai capito di che cosa vivono. Ho meglio, non sono sicuro di aver capito.
Da quando l’umanità è passata dalla caccia all’agricoltura l’uomo è divenuto necessariamente stanziale.
L’agricoltura mobile non è mai esistita.
Il passaggio all’industria ha creato solo i pendolari bergamaschi. Avanti e indré dalla Valle Brembana alla Falck di Sesto SG.
I nomadi non pendolano, fanno gli zingari.
I governanti, attraverso tutte le epoche, hanno sempre voluto sapere quanti sudditi possedevano, ed anche chi erano.
E allora un giorno hanno preso un amanuense e gli hanno fatto inventare l’anagrafe.
Da quel momento siamo stati tutti schedati, i vivi ed i morti.
La nostra identità è basata su nome, cognome, paternità, luogo e data di nascita e, importantissimo, il luogo di residenza. Adesso c’è anche il codice fiscale (e lo si deve usare), la patente, il libretto di circolazione ed altro.
Ma tutto questo è democratico.
La residenza è importante perché è l’unico dato verificabile.
Uno senza fissa dimora può dichiarare di essere Napoleone e nessuno è in grado di contestarlo, per la semplice ragione che non esiste chi possa testimoniare. Non c’è una portinaia, un vicino, un’osteria dove lo conoscono.
Gli zingari, che io sappia, non hanno luogo di residenza e non vogliono averlo,
altrimenti non sono più zingari.
Non ho mai capito in quale modo gli zingari siano identificabili.
Anche i bambini degli zingari sono un rebus: comprati, rubati o fatti in casa ???
Adesso sento parlare di zingari che vogliono una casa, e di Comuni disposti a dargliela.
Polemiche pro e contro per le case agli zingari !!!!.
Ma che bella confusione !!!
Io sono contento se gli zingari si fermano, però devono dare le dimissioni dal ruolo di zingari, capito ?!
Il Ministro Maroni, che ne aveva pieni i medesimi, prende le impronte digitali a Zingari Gitani e Zingarelle, anche per evitare che siano loro a prendere lui per il culo.
Apriti cielo, non l’avesse mai fatto !!! Almeno Hitler li gasava gli zingari, ma lui il Maroni, sadico, li tortura, li fa soffrire. I polpastrelli nell’inchiostro !!!! Che orrore.
Questi adesso si vergognano anche ad andare in Metropolitana a mendicare.
I bambini zingarelli allora, invece di piangere, se ne fregano e succhiano il latte dalla mamma.
Hanno imparato a fare sciopero. Non aiutano più la mamma a prendere l’elemosina.
I giornalisti (carta e TV) trattano gli zingari come una stirpe, una razza, una etnia, un vattelapescachecacchio d’altro.
Li capisco, i giornalisti, loro devono scrivere ogni giorno qualunque stronzata per poter campare.
E allora tirano fuori il razzismo ed un sacco di altre palle.
Capisco anche gli antiBerlusc. S’attaccano dove possono.
Bisogna comprenderli e non sparare sulla Croce Rossa.
Capisco meno quelli di Famiglia Cristiana che si sono messi sulla stessa scia
D’altronde so benissimo che Beppe Del Colle, uomo simbolo di Famiglia Cristiana, è anche lui un antiBerlusc.
E’ l’italianissima eredità culturale del Cattocomunismo.
Il TG3 ci ha mostrato come sono trattati bene in Belgio gli zingari.
Se ricordo bene ce ne sono 40 mila a Bruxelles e hanno fatto amicizia con la gente.
Bisogna vedere come giocano insieme i bambini zingari belgificati e i bambini belgici zingarellati !!!
Il TG3 li ha mostrati come un bellissimo esempio di integrazione razziale.
Cioè la razza Belga e la razza Zingara si sono fuse. Ormai ci sono un sacco di Belgici che vanno in giro a chiedere la carità e leggere la mano.
Però mi viene un dubbio: è divenuta nomade la città di Bruxelles, cioè l’hanno montata su dei caravan oppure sono diventati stanziali gli zingari belgi ???
Hanno tolto le ruote ai loro caravan ???
Insomma, sti zingari belgi fanno ancora gli zingari oppure vanno a lavorare ???
Per caso, qualcuno di loro è anche andato a lavorare nelle miniere di Marcinelle ???
Con immutabile affetto stanziale
vi saluta tutti
vostro Franciscofranco


















































venerdì, maggio 23, 2008

Matti in gabbia

Questa è l’ora dei miracoli.
L’Italia è in gabbia.
Il ministro Basaglia li ha fatti uscire, i matti, e li ha riconsegnati alla mamma.
Adesso voglio vedere come farà a far uscire l’italia, che, non s’è desta, nonostante l’elmo di Scipio, di cui s’è cinta la testa.
Tutti i santi giorni i Tg fanno una tiritera di piagnistei sul come sono ridotti gli italiani.
Nessuno di loro che voglia prospettare qualche via d’uscita.
Nei proclami elettorali nessuno ha voglia di dire che non c’è via d’uscita.
D'altronde il pessimismo non attira voti da nessuna parte.
Eppoi, se fai come Basso-lino, il quale dice con me o senza di me è lo stesso
voglio vedere chi ti vota.
C’è qualcuno adesso che può di fare il miracolo di far uscire l’Italia da questa situazione ?
I buoi sono scappati. Inutile chiudere la stalla.
La gabbia in cui è chiusa l’Italia è stata costruita con ostinazione dai marxisti di casa nostra,
che hanno indottrinato per troppi decenni il cervello di troppa gente (anche dei preti) alla loro folle ideologia.
Sarebbe grottesco premiarli adesso perché hanno tolto la lettera “esse” dal simbolo del grande partito.
Per parlare di storia si deve ricordare che noi siamo stati il Paese più comunista d’Europa
per troppo tempo.
A metà degli anni settanta il Partito Comunista Italiano ha raggiunto il 36% dei voti.
Nelle altre grandi nazioni europee la Spagna e la Francia hanno avuto circa il 10% di “pepponi”.
In Germania ed Inghilterra il partito comunista non è mai esistito.
Molta brava gente dirà :
Ma se hanno sempre governato i democristiani !!!
Adesso la colpa la danno a noi poveri proletari ???
Commento legittimo ma ingenuo.
La Democrazia Cristiana, dopo De Gasperi, è passata in mano alla corrente di sinistra, per compiacere ai sentimenti della gente, che vedeva nel sol dell’avvenire la promessa del futuro.
Per controbattere la concorrenza falce&martello che prometteva l’uguaglianza e la felicità per tutti, che conquistava voti a tambur battente, l’unico modo sembrava quello di concedere l’impossibile.
Cioè di fare debiti.
I gerarchi della DC da quel momento (da Fanfani in poi) sono sempre stati della corrente di sinistra.
L’ultimo di essi, Ciriaco De Mita, è riuscito ora a rientrare in politica nel PD, coerentemente con la sua storia precedente.
Il colosso IRI dell’industria statale, più di metà dell’industria italiana, entità di stile sovietico, buco nero del bilancio statale, è stato costruito e gestito da loro, i gerarchi della sinistra DC.
E’ servito a mantenere milioni di posti di lavoro inesistenti e a mandare in vacca il bilancio dello Stato.
L’hanno liquidato negli anni 90 per disperazione ma ci hanno dovuto lasciare l’eredità del buco di bilancio, o meglio, della voragine di bilancio.
Le finte pensioni di invalidità del sud stessa storia.
Storia emblematica.
Ricordo che al tempo, De Mita, contestato sulla questione, disse:
embè, le benzioni al sudde zono l’egguivalende della gassa indegrazzione degli oberai del norde !!!
Poi, finalmente, il botto finale, il fuoco d’artificio della grande festa delle cicale italiote, il miracolo italiano delle pensioni per i cinquantenni !!!
Vale a dire le pensioni di anzianità, invenzione sindacal-confindustrial-democristian-comunista !!!
Ecco raggiunta finalmente l’eguaglianza (nella povertà) insieme alla felicità per tutti !!!
Venti milioni di pensionati !!!
Molti dei quali con i pannoloni pieni di merda che nessuno pulisce più perché gli infermieri vogliono lo stipendio in palanche e non in “bond-parmalat”
L’Italia non ha mai vissuto un momento così magico !!!
Ma il governo uscente ultimo passato, (ma non promosso) nel suo splendido biennio, ha pensato bene di mettere una pezza all’ingiustzia sociale iniqua dello Scalone Maroni, che in modo becero, con due anni di anticipo, mandava in pensione tutti a sessant’anni, termine a suo tempo stabilito dal fondatore, il Duce.
Con un grande gesto di solidarietà sociale il gobierno Prrr… ha eliminato lo Scalone Maroni
Alla modica spesa di 10 (dieci) miliardi di euro.
Cosa vuoi che siano dieci miliardi di euro ???!!!!
Sono ventimila miliardi di italian-lirette che nessuno vuole più !!!
Ci vogliono 1,2 miliardi di euro solamente per costruire la nuova linea Metro n°5 di Milano,
12 km, 19 stazioni, da Sesto SG a San Siro, via stazione Garibaldi, ci vogliono, come ho detto, 1,2 miliardi di euro consegna nel 2012 dopo Cristo (fra 4 anni)
Con 10 miliardi se ne potevano fare altre otto, al massimo, ma non di più nèèè !!!!
Macchecazneffai di aldre oddo linee metropolittaneammilano ????
Maèccosibbello andareinmacchina !!!!
Cheppoi vediangheilpannoramainmacchina !!!!
Eppoi senneancheilPeggoraroScannio, tuttoeccologgico haddettonniende, vuoldirecchevvabbenecossi !!!!
Accosasservono tuttestemmetroppoliputtaneammilano ????
Mammamiabbella èunammania !!!
E’ppeggiodelpondesullostrettodiMessina !!!!
Con affetto
Franciscofranco

























































Alitalia

Faccio un po’ il leghista.
Ogni tanto serve.
La radio, negli anni trenta, ha cominciato a trasmettere da Torino
Poi l’ha portata a Trastevere il Duce, quando ha visto che piaceva alla gente
Il cinema (sia pure muto) hanno cominciato a farlo alla Bovisa (La Milano-Film si chiamava)
L’ha portata a Cinecittà il Duce, per le stesse ragioni
L’aviazione civile è iniziata nel varesotto (circa Malpensa).
L’hanno portata a Fiumicino i “democratici” per adeguare democraticamente il centro del potere.
La televisione di Stato ha iniziato le trasmissioni a Milano
L’hanno portata, negli anni cinquanta, a viadelvaffanculo a Roma, sempre i “democratici”
Era in corso Sempione, dove hanno lasciato i Bollettini Meteo della Padania, oltre a Meneghino e Cecca per celebrare il Sabato Grasso del Carnevale Ambrosiano.
C’è voluto un Cavaliere dell’Italia incazzata per aprire una TV di frodo a Cologno Monzese.
Avessero potuto portavano ai Castelli Romani anche la pianura padana.
Mi vengono in mente queste cose per colpa di Alitalia.
Alitalia è il simbolo del centralismo politico romano.
Non per colpa dei romani, cheqquando-non-son-stronzi, son pure simpatici.
No. E’ un’altra storia.
Sono i politici che sono fatti così, democratici o meno che siano. E’ antropologia del potere.
Le cose importanti le vogliono vedere vicine. Si sentono meglio a vederle dalla finestra.
Ci mettono dentro i loro omarini e li tengono d’occhio.
Tengono al guinzaglio i loro bravi ometti, a comandare gli altri.
Per gli altri vale il motto: Credere, Obbedire e Combattere.
Alitalia l’hanno piazzata a Fiumicino ed è inamovibile.
Anche se gli aerei sono fatti per muoversi, ci sono le officine di manutenzione degli aerei.
Queste è più difficile spostarle.
Ed ancora più difficile (nella nostra penisola) è spostare i dipendenti specialmente se i dipendenti sono romani-de-roma e se li hanno raccomandati i santi di Montecitorio e Palazzo Madama.
Sono autentiche “vacche sacre”
La nostra classe politica ha creato Fiumicino negli anni cinquanta con il concetto che dovesse essere il centro unico dell’aviazione civile italiana.
Unico aeroporto con la pista adeguata ai Jumbo.
Il fatto che l’industria fosse in Val Padana era un dettaglio senza importanza.
Flop clamoroso e peccaminoso.
Ci sono voluti più di trenta anni per adeguare Malpensa alla situazione del nord Italia..
Impossibile però schiodare Alitalia da Fiumicino.
A decidere sono i sindacati dei piloti e delle hostess
Adesso siamo al disastro.
Però quelli che parlano in pubblico, sindacalisti, politici, giornalisti e speaker TV non parlano del
disastro del sistema di trasporto aereo italiano e dei problemi che crea alla Nazione.
No !!!! Non è quello il problema !!!
Parlano dei posti di lavoro a rischio per i dipendenti Alitalia e Sea (Malpensa)
Vale a dire: il sistema aeroportuale è stato creato per dare lavoro ad alcune migliaia di persone, non per trasportare milioni di passeggeri italiani e stranieri.
Se manca questo servizio, i turisti vadano pure altrove.
Non parliamo poi dei manager delle aziende uomini d’affari, (cioè i datori di lavoro di milioni di persone).
Questi qui, ricchi come sono, si arrangeranno, che diamine !!!
In Italia, c’era una volta l’IRI, con cento o mille volte più dipendenti di Alitalia
L’hanno venduta, forse svenduta, gonfiando il ricco parco pensionati che abbiamo.
Le aziende IRI in mano ai privati sono rifiorite a nuova vita. Fanno affari d’oro.
Per l’Alitalia, azienda della stessa parrocchia, tutto ciò non vale.
Come si spiega ????
Si spiega che i valorosi piloti comandano loro.
Li hanno portati vicino al Palazzo e si sono imparentati bene.
Buona Pasqua a tutti gli amici !!!
Franciscofranco


















































domenica, febbraio 24, 2008

Carte rimescolate

Non si capisce più niente.
I nostri politici hanno fatto su un polverone che fa perdere l’orientamento.
Il quadro che avevamo davanti è tutto rimescolato.
Ma non bisogna confondersi: è solo fumo. Dentro al fumo è tutto come prima.
I pescatori di voti hanno cambiato la scenografia per scopi strategici.
Il problema di base è che il sistema in uso, voglio dire il quadro costituzionale attuale, non funziona, e, da sempre, ha funzionato male.
Inutile cincischiare attorno alla legge elettorale. Non è che con quella precedente si andasse meglio.
Glièttutto da rifare, diceva Gino Bartali, quando non vinceva. Adesso dovrebbero dirlo gli italiani.
Quello che manca da noi è un “eroe nazionale” al quale affidare il compito di riscrivere la Costituzione.
Manca l’eroe nazionale
I francesi hanno avuto il Generale De Gaulle, che scappato in Inghilterra dopo l’arrivo dei tedeschi a Parigi, ha potuto ripresentarsi ai francesi 4 anni dopo come vincitore. Negli anni in cui era alla corte di Rè Giorgio lo facevano parlare a Radio Londra, e lui teneva al caldo l’orgoglio dei francesi.
Poi gli americani sono arrivati con i carri armati a Parigi. Allora lui, avvisato in tempo, è arrivato subito in aereo dall’Inghilterra e i carristi yankee lo hanno lasciato sfilare in testa al corteo sotto l’Arco di trionfo, al suono della Marsigliese.
Questo ha rincuorato maledettamente i francesi, che si sono subito sentiti vincitori della guerra.
Non sembra ma vuol dire molto.
Siamo orfani
Da noi niente “eroi nazionali”. Rè Vittorio Emanuele, terzo e ultimo, è scappato a Brindisi l’8 settembre del 1943 e gli Americani quando lo hanno visto lo hanno obbligato a dichiarare guerra alla Germania.
Lui poveretto, così piccolo e vecchio com’era, prima ha brontolato un po’ e poi ha detto “si” sottovoce.
Si vergognava maledettamente.
Ma i generali a stelle e strisce lo hanno sentito ugualmente e ne hanno tenuto conto.
Infatti il suo gesto è servito a far liberare gloriosamente Milano e Torino dai partigiani,
ma solamente il giorno dopo la partenza dei tedeschi, ed il giorno prima che arrivassero gli americani.
Sincronismo perfetto.
Polverone strategico
Tornando adesso a noi, c’è un polverone che sembrerebbe una rivoluzione, e invece è tutto come prima.
E’ un polverone Costituzionale. Ogni botte da il vino che ha.
I giochi li ha aperti il Walterone belloccio, e non poteva farne a meno con la situazione che si è ritrovato.
Una volta andata a remengo la grande alleanza antiberlusconiana del Prufesur, il ripresentarsi con gli stessi simboli e arnesi, cioè falci e martelli arrugginiti, rose, crisantemi e bandiere rosse, sarebbe stato un suicidio politico.
A sinistra cambia tutto
Allora il Walterone ha scaricato tutti i mostriciattoli e ha detto : vado da solo.
Certo; dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.
E’ partito verso il centro a caccia dei voti che mancano. Cosa doveva fare ??? Ha fatto bene.
Non poteva mica tirarsi dietro quella compagnia li.
I proletari, rimasti soli, hanno buttato a mare tutte le figurine del marxismo-leninismo
e sono andati al riparo di un poetico arcobaleno.
Poi si sono messi timidamente a parlar male del Walterone. Bisogna pur pensare al domani.
Nessuno ha più neanche il coraggio di sparare sulla patetica Crocerossa proletaria.
La destra contrattacca
Il Berlusca, vista la situazione, ha pensato di andare in contropiede ed ha tirato Fini dentro la sua squadra.
Al Gianfranco conviene perché si assicura la successione quando Berlusca si ritirerà dal teatrino..
Bossi viaggia da solo ma senza parlar male del Cavaliere. L’amicizia è dichiarata.
Casini invece che sogna da tempo di spigolare tutti i voti ex DC dispersi nei vari partiti,
si è staccato dal tandem Berlusca-Fini e spigola da solo. Ma al mulino a macinare non ci andrà da solo.
E dopo cosa faranno le squadre???
Ma tutti questi naviganti solitari cosa possono fare da soli ??? Niente. Un bel niente e basta.
Tutte le manovre di cui sopra hanno lo scopo di rastrellare voti ovunque, ma specialmente al centro che è il luogo del voto più flessibile.
Rastrellare e spigolare dovunque senza pero disperdere i voti di quelli che non si schiodano dagli affetti giovanili.
Ad elezioni fatte si riuniranno ancora tutti presso i due capi carismatici Walterone e Silvio.
E bisogna dire che è meglio cosi, altrimenti dove si va a sbattere ???
Come si vede non cambia niente.
Bisogna solo aspettare che il polverone si depositi. Tutti torneranno nelle squadre di appartenenza.
La marcia degli zoppi
Ognuno faccia il tifo per chi gli pare.
Purtroppo però è sempre più evidente che l’Italia perde colpi in Europa e nel mondo.
Zoppica sempre più penosamente con in groppa il suo Everest di debito pubblico ed i suoi venti milioni di pensionati.
Besos y mucho carino
Da Franciscofranco






















































mercoledì, gennaio 02, 2008

Confusione

In questi giorni possiamo toccare con mano quanto sia sgangherato il nostro sistema politico.
Negli USA viene eletto un parlamento (Camera+Senato) fuori controllo del Presidente Obama.
Ci saranno discussioni accanite di ogni genere ma il Presidente resta dov’è, con i suoi Ministri.
Il Presidente dovrà fare i conti con il parlamento, per le innovazioni. Il resto è ordinaria amministrazione sulla base delle leggi esistenti.
Le elezioni anticipate non esistono in USA. Neanche quando hanno ammazzato il presidente.
Il potere legislativo (parlamento) ed il potere esecutivo (presidente) sono separati.
Amministrare (cioè governare) è una cosa, legiferare (cioè cambiare le leggi) è un’altra.
Ognuno dei due poteri è indipendente dall’altro.
In Italia abbiamo un sistema intrecciato: il governo è nelle mani del parlamento. Se un blocco politico vince ma poi si rompe si possono fare due cose:
- costruire in parlamento un altro blocco, anche più fragile del precedente,
- oppure fare nuove elezioni.
Questo meccanismo è stato “la fabbrica dei governi” per tanti anni in Italia.
La programmazione di governo a lungo termine non ha mai potuto esistere. I risultati si sono visti.
Uno fa un programma o una cosa, se fa in tempo. Il nuovo che arriva ferma tutto e ne fa un’altra.
E’ un gioco che può piacere ai partecipanti perché lascia a tutti la speranza di poter presto entrare nella prossima coalizione e avere le mani in pasta. Non dovrebbe piacere ai cittadini.
Se questi hanno conservato la lucidità, nonostante i bagni ideologici a cui sono stati sottoposti.
I semplici cittadini dovrebbero tentare di cambiare il sistema
La nostra Costituzione è stata “santificata” dagli addetti ai lavori per interesse.
Nessuno di loro la mette più in discussione.
Nessuno vuole un governo “corazzato” per quattro o cinque anni. Non è divertente.
Questi qui si accapigliano intorno alla “legge elettorale” come se fosse questa a poter cambiare le cose. La legge elettorale lascia il tempo che trova. Il gioco rimane sempre quello
E’ la Costituzione da cambiare.
C’è qualche speranza che succeda ?
Un tempo era Fini che sosteneva il “presidenzialismo”. La sinistra lo tacciava di fascismo.
Saluti affettuosi a tutti.
Franciscofranco
























Universi costituenti il mondo attuale

A mio uso e consumo ho tentato di fare una classificazione degli universi costituenti il mondo attuale.
Non pretendo che questa schematizzazione sia una verità scientifica; è solamente una visione personale, condivisibile o meno, del mondo attuale. Ci sono inoltre zone di confine tra gli universi ed alcune nazioni non posizionabili nella mia mappa.
La mappa è finalizzata a dimostrazioni successive.
Con l'ausilio di questo schema, tento di dare una mia spiegazione ai conflitti terroristici attuali.
Esistono approssimativamente trè universi:
- L'universo Lavoro
- L'universo Parassita
- L'universo Miseria
L'Universo Lavoro
Fondato dall'Europa attraverso la scienza e l'industria, è costituito oggi da Europa (Russia inclusa), dai figli dell'Europa, USA, Canada, Australia e dagli Stati Asiatici che si sono accodati: Giappone, Cina, India, Corea del Sud, ed altri minori.
In cinquecento anni l'Universo Lavoro ha trasformato il mondo dal Medioevo all'attuale.
L'Universo Parassita
Costituito dagli Stati petroliferi del Medio Oriente che ricevono dall'Universo Lavoro un beneficio economico assolutamente straordinario e unico nella storia umana: I PETRODOLLARI.
Beneficio di cui godono da più di cinquant'anni, senza averne alcun merito, se non quello di avere il petrolio sotto i loro piedi.
Pur facendo parte del mondo ricco, l'Universo Parassita non è entrato a far parte dell'Universo Lavoro.
Questo fatto è in stridente contrasto con il caso di altre Nazioni assolutamente prive di ricchezze naturali come Giappone e Corea del Sud, che sono invece entrate a pieno titolo nell'Universo Lavoro.
L'Universo Miseria
Sono gli Stati Africani e parte degli Stati sudamericani rimasti al palo.
Sono nazioni ferme.
Il lavoro industriale non riesce a decollare in queste nazioni.
Esiste ormai un divario culturale incolmabile, una voragine, tra queste aree e l'Universo Lavoro.
Lo sviluppo dovrebbe iniziare dall'agricoltura industrializzata che potrebbe produrre merci esportabili nel mondo ricco.
Questo non succede per colpa del mondo ricco che difende la sua agricoltura con egoistiche tasse d'importazione.
Il mondo ricco si limita a fare la carità all'Universo Miseria.
Il colonialismo poteva essere lo strumento per trainare questi popoli verso il mondo industriale.
Per colpa della seconda guerra mondiale il colonialismo è durato troppo poco per poter esercitare una tale influenza da colmare il divario culturale.
Forse potrà essere la Cina in futuro a penetrare e cambiare l'Universo Miseria
Conflitti terroristici attuali
L'Universo Parassita. costituito in gran parte dai Paesi Islamici, ha iniziato da tempo una guerra all'Universo Lavoro, colpevole non di essere ricco, ma bensì di detenere il potere e di plasmare il mondo a sua immagine e somiglianza.
L'inizio di questa guerra può essere fatto cincidere pressapoco con l'avvento al potere di Komeini in Iran, che ha segnato l'inizio di una serie di attacchi terroristici, in particolare a linee aeree, ed è continuata poi con il tentativo di Saddam di occupare il Kuwait. Poi è arrivato l'attacco alle Torri Gemelle (il secondo) e tutti gli altri. Ora abbiamo la sfida del leader iraniano Amadinajed, che minaccia apertamente la distruzione di Israele ed annuncia al mondo il possesso della tecnologia nucleare.
Questa guerra di nuovo genere è fomentata da due fattori:
Fattore culturale.
L'Islam non sopporta che il mondo venga plasmato ad immagine e somiglianza dell'Occidente. Tutte le altre parti del mondo lo hanno accettato, in particolare l'Asia, dove gli antichi costumi sopravvivono solamente a titolo folcloristico.
L'Islam è refrattario all'Occidente.
Fattore potere economico e commercialeL'Islam petrolifero, cioè quello che io chiamo l'Universo Parassita, ha coscienza di avere raggiunto un potere paragonabile a quello dell'Occidente, sia per i capitali accumulati in cinquant'anni di vendita del petrolio, sia per la posizione strategica in cui si trova potendo manovrare i rubinetti del petrolio.
Daltronde, pur essendo ricco quanto l'Occidente, l'Islam petrolifero non è riuscito ancora ad industrializzarsi.
Terminato il petrolio non ci sarà futuro per queste nazioni.
L'unica speranza per loro è di rovesciare l'attuale equilibrio di potere, presidiato attualmente dagli USA, ed impadronirsi politicamente del''Universo Lavoro
Si tratta per loro di agire ora o mai più.
La fine di questo monopolio del petrolio si stà profilando all'orizzonte.
Secondo la British Petroleum ci sono riserve petrolifere per altri 40 anni.
Stanno inoltre sorgendo altre potenze mondiali, le tigri asiatiche Cina e India, ancora più ostiche da battere che non l'Occidente.
Qualcuno potrebbe obiettare che l'Arabia Saudita stà con l'Occidente.
Si, però è stata fortemente sospettata da parte USA, in occasione dell' invasione irachena del Kuwait, di essere segretamente d'accordo con Saddam.
La sua amicizia con l'Occidente è ambigua. In cambio il suo potere economico formidabile.
Conclusioni
L'attuale guerra terroristica non è tra i ricchi ed i poveri del mondo.
E' tra un potere esistente ed un potere emergente.
Noi siamo economicamente e culturalmente il potere esistente.
Convinciamoci che dobbiamo tifare per il mantenimento di questo equilibrio.
E' la sopravvivenza di tutto quello che siamo e che abbiamo.