domenica, settembre 18, 2005

Il datore di lavoro

La crisi della FIAT, con la tragedia di tante persone che perdono il lavoro, induce a riflessioni.
La Costituzione Art. 4.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
La Costituzione italiana dice che “tutti i cittadini hanno diritto al lavoro”.

Questa dichiarazione non è però completata individuando chi ha il dovere di fornire il lavoro.

Secondo il succitato articolo della Costituzione tutti hanno il diritto di ricevere una cosa (il posto di lavoro) ma nessuno ha l’obbligo di darla.
Mi sembra una forma ambigua di affrontare il problema.

E’ la Costituzione di uno Stato libero e democratico, dove la proprietà privata e l’imprenditoria hanno diritto di cittadinanza, e lo Stato non è tenuto a fare l’imprenditore.
E questo andrebbe detto più chiaramente perché nei termini in cui è detto può creare pretese fuori luogo.
Sulla base dell’eguaglianza di tutti di fronte alla legge, nessuno può essere obbligato a fornire il lavoro ad altri.
Nessuno può essere obbligato a diventare un datore di lavoro, e, nel caso qualcuno diventi datore di lavoro non gli si possono imporre obblighi circa quanti e quali dipendenti debba prendersi carico.
Se mi trovassi io a riscrivere l’articolo della costituzione di cui sopra, lo farei in questi termini:
Il lavoro è una necessità primaria per tutti.
Tutti, cittadini ed enti pubblici, hanno l’obbligo morale di favorire il reperimento di un posto di lavoro a coloro che ne sono sprovvisti.
Lo Stato ha il dovere di fornire i mezzi di sussistenza ai disoccupati.



Dalle considerazioni sopra esposte diventa evidente la centralità del ruolo che riveste il datore di lavoro. Il tema del datore di lavoro è quanto mai di attualità e scottante in questo momento, addirittura drammatico per chi vive certe situazioni.
Ho fatto delle riflessioni per dare una definizione razionale e completa al soggetto datore di lavoro, ma ho trovato molte difficoltà, perché la varietà dei tipi di datori di lavoro è estremamente vasta e presenta connotazioni sia positive che negative, ma soprattutto perché la definizione dipende molto dall’angolo visuale dal quale lo si guarda.

Ho preferito ripiegare su una presentazione che stia tra il serio ed il faceto.
Mi sono accontentato di immaginare alcune definizioni, sulla base dei differenti punti di vista, del modo con cui può essere recepito dagli altri il ruolo del datore di lavoro, senza pretendere di avere esaurito tutto il possibile repertorio.
CHE COS’ E’ UN DATORE DI LAVORO PER :

La costituzione italiana:
Il datore di lavoro è “lo Spirito Santo”
Un comunista:
Il datore di lavoro è lo Stato
Un impiegato statale:
Il datore di lavoro è un fantasma, che mi paga, sempre e comunque, lo stipendio
Il dipendente di una grande Società:
Il datore di lavoro è una persona che non esiste
Una mondina:
Il datore di lavoro “l’è el sciur padrun da le bele braghe bianche………”
Un banchiere:
Il datore di lavoro è uno al quale si prestano i soldi per farli aumentare.
Il sindacato:Il datore di lavoro è uno da combattere. Però non devo farlo morire altrimenti morirei anch’io.
La moglie di un datore di lavoro:
Il datore di lavoro è uno che vedo di rado ma che non mi fa mai mancare i soldi sul conto corrente, persino per fare del lusso.
Un hippy:Il datore di lavoro è un fanatico che si complica inutilmente l’esistenza ed è incapace di godersi la vita
Un anarchico:
Il datore di lavoro è uno che pretende di comandare
Uno specialista:
Il datore di lavoro è una persona dotata del coraggio che non ho avuto io.
Un lavoratore autonomo:
Il datore di lavoro sono i miei clienti
Un disoccupato:
Il datore di lavoro è l’oggetto dei miei desideri

- Nel momento che lo trovo somiglia alla mano di Dio arrivata vicino a me.
- Dopo averlo trovato diventa uno che rompe le palle.
- Quando si allontana somiglia al carro funebre che porta via il capofamiglia
Franco Valsecchi