giovedì, dicembre 01, 2005

Storia del sistema pensionistico italiano

ORIGINIIn Italia, la pensione per tutti, vale a dire l’obbligo per tutti i lavoratori di effettuare i versamenti ed il conseguente diritto, al raggiungimento dell’età, di riscuotere la pensione, è nata con l’istituzione dell’ INFPS (Istituto Nazionale Fascista per la Previdenza Sociale), ente creato nel marzo 1933 dal governo Mussolini, e ribattezzato INPS nel 1945.

Alla sua istituzione, l’INPS stabiliva che l’età di pensionamento era a 60 anni per gli uomini e 55 anni per le donne.
L’ammontare della pensione era calcolato sulla base dei contributi versati, quindi in sostanza sul cumulo dei soldi accantonati (ed opportunamente investiti in immobili per salvarli dall’inflazione)
Un sistema di tale fatta, chiamato oggi a capitalizzazione dagli addetti ai lavori del campo previdenziale, godeva di un perfetto equilibrio di bilancio economico.

Il sistema a capitalizzazione è stato abbandonato malauguratamente negli anni settanta, ad opera del sistema politico/sindacale del tempo, per passare all’attuale sistema che vive dei proventi contributivi di quelli che lavorano.
E’ un sistema che si regge in equilibrio finche ci sono tanti che lavorano e pochi che prendono la pensione.
Oggi, non esistendo più il giusto equilibrio tra chi versa e chi percepisce, non si regge più.

All’origine, inoltre, non esisteva il diritto di andare in pensione prima dei termini, sulla base degli anni di contribuzione, come in uso oggi (pensioni di anzianità) diritto che è il principale responsabile dello squilibrio tra versanti e riceventi

Da molti anni ormai le autorità europee ci invitano quasi quotidianamente a voler riformare il nostro sistema pensionistico, portando l’età pensionabile oltre i 60 anni, perché a loro non garba di essere diventati soci in affari con gente che continua a fare debiti, ma i nostri politici fanno orecchio da mercante.
Il conclamato europeismo degli italiani qui non funziona.

PROBLEMA: LE PENSIONI DI ANZIANITA’
Perché sono state create le pensioni di anzianità ?
Quando sono state create?
Da chi è stato creato questo problema?

Cerco di dare una risposta a queste domande sulla base dei miei ricordi e sensazioni.
Ci saranno anche delle inesattezze in quanto dico, particolarmente nelle date e nelle cifre, ma è comunque sempre un quadro veritiero sull’origine del problema ed è sicuramente molto di più rispetto al silenzio totale dei mass-media.

I mezzi di comunicazione lo trattano solo come un fatto di cronaca, senza mai toccare gli aspetti storici e le responsabilità relative.
INIZIO ANNI SETTANTA : FINE DEL VECCHIO SISTEMA
Come gia detto, in origine, tutti andavano in pensione a sessant’anni, anche i dipendenti pubblici, statali e parastatali.
Sono sicuro di questo fatto in quanto mio padre era un dipendente statale ed è andato in pensione a sessant’anni, lui e tutti i suoi colleghi, e mai si è parlato in casa mia di possibili pensionamenti anticipati.

Facevano eccezione a questa regola i corpi militari, esercito, carabinieri, polizia, finanzieri, ecc. che avevano la possibilità di andare a quarant’anni.

Questo privilegio, era, ed è, giustificato dal fatto che per svolgere quelle attività occorre efficienza fisica.
E’ un privilegio pensionistico universale, non solo italiano. Anche negli USA, era, ed è, tutt’ora in atto.
Si deve anche considerare che le leggi in materia provengono da epoche in cui si faceva una guerra ogni tre per due.
La pensione anticipata rappresentava un modo per attrarre persone ad arruolarsi e per compensare uomini per i servigi resi alla nazione.

Bastava lasciare le cose com’erano anche in Italia, come fatto negli altri stati, e non ci sarebbe stato il problema delle pensioni.

Nel 1968 è iniziata una contestazione giovanile di portata mondiale, Il famoso sessantotto.

In Italia il sessantotto è durato più di un decennio, provocando sconvolgimenti a catena con un continuo susseguirsi di rivendicazioni politico/sindacali, fino a generare il fenomeno delle brigate rosse.
Questo è stato di gran lunga il periodo più nero vissuto dall’Italia nel dopoguerra (sono chiamati gli anni di piombo) e tra i danni che ha prodotto c’è stato il dissesto del sistema pensionistico.

PRIMO PASSO: PARIFICAZIONE DI TUTTI I DIPENDENTI PUBBLICI
Ad un certo punto (fine anni sessanta) i sindacati dei dipendenti pubblici hanno preteso che tutti i dipendenti del settore pubblico godessero degli stessi diritti pensionistici, cioè che tutti gli impiegati statali ottenessero gli stessi diritti dei militari.
(Su questo fatto, e sull’ epoca a cui lo attribuisco gradirei conferme o smentite da parte di persone che hanno vissuto le vicende dall’interno degli enti statali)

Pochi o nessuno nel mondo politico si è fatto sentire per ostacolare questa rivendicazione.
D'altronde era in atto una gara (baldoria) elettorale continua dove il blocco PC/PSI chiedeva tutto, compresa la felicità, gratis e subito, per tutti, e la DC si premurava di non dire mai di no, anzi magari si metteva in concorrenza e faceva contr’offerte più gradevoli al palato.

I diritti che erano riservati ad una categoria di circa 500 mila individui (i militari) sono stati così estesi a sei o sette milioni di persone.
Si sarebbe dovuto semplicemente dire di no: se uno intraprende la carriera del bidello sa che è diversa da quella del carabiniere
Ma agli interessati (i sindacati) “non glie ne poteva fregare de meno” come dicheno i romani de roma.
E a chi doveva decidere interessava solo l’amicizia elettorale di un tale esercito di impiegati statali.

E’ nato quello che poi è stato definito il fenomeno, anzi lo scandalo, delle “baby pensioni”.

I mezzi di comunicazione, che erano in mano allo stesso consorzio politico che aveva promosso l’operazione, non hanno fatto niente per divulgare in anticipo le conseguenze della “riforma”.
Lo scandalo è diventato però evidente anni dopo, quando molta gente si è trovata parenti, amici e vicini di casa, in pensione all’età di quarant’anni e anche meno.

SECONDO PASSO: ADEGUAMENTO DEI LAVORATORI DI AZIENDE PRIVATE AI DIPENDENTI PUBBLICI
Una volta fatto il primo passo, il secondo è stato una conseguenza quasi inevitabile.
Preso atto di questo nuovo stato dei dipendenti pubblici, tutto il resto del mondo operaio e impiegatizio, (altri venti milioni e più, di persone) appoggiato ovviamente dal sindacato ha detto :
E noi ?
Dove sta l’eguaglianza sociale ?

E la frittata era fatta.
Non ci sono state grandi battaglie sindacali per ottenere questo beneficio; la controparte non erano i perfidi industriali ma bensì mamma Stato, mansueta, benefica, mucca da mungere.
Mucca peraltro costituita da 60 milioni di contribuenti italiani.
Il gestore formale del potere, cioè la DC, era ormai totalmente appiattita al Partito Comunista ed ai sindacati.

Si è solo dovuto raggiungere un compromesso: si al diritto alla pensione di anzianità, ma solamente con almeno 35 anni di contribuzione.
Che per molti ha voluto dire poter andare in pensione a 50 anni.

Queste decisioni sono state prese senza preoccupazioni di bilancio da parte dei promotori (le cosiddette forze sociali), e senza il coinvolgimento dell’opinione pubblica ne contrasti governo-opposizione, che se non altro avrebbero provocato un pubblico dibattito.
Tutto ciò nonostante che in tutto il resto d’Europa si andava, e si va, in pensione a 65 anni.
SITUAZIONE NUOVA
Di questo nuovo quadro, oltre ad approfittarne gli aventi diritto, ne hanno approfittato anche le aziende che hanno potuto far salire sul carro dell’INPS milioni di persone diventate scomode.

Le pensioni di anzianità hanno anche mandato in malora tutte le casse previdenziali separate dall’INPS, in quanto, per legge, si sono imposte assurdamente le stesse regole (pensioni d’anzianità) a tutti.
Casse previdenziali che, in questi ultimi anni, sono passate necessariamente all’INPS, in quanto è a questo calderone che confluiscono i soldi di mamma-Stato a ripianare i debiti.
Ultima in ordine di tempo l’INPDAI, la cassa dei dirigenti d’industria.

Tutti i cambiamenti legislativi di cui sopra venivano fatti dal parlamento senza alcuna preoccupazione rispetto ai problemi di spesa pubblica.
Ma che bisogno c’era di preoccuparsi !!!
Lo sport di moda era quello di chiedere.
Tant’è vero che si è dovuti arrivare alla presidenza di Pertini per introdurre una clausola nelle procedure di approvazione di leggi di spesa : la clausola prevede che quando il parlamento delibera una spesa deve anche individuare la copertura economica.

Elementare no ???
E va bene, nessuno ci aveva pensato !!!
E poi che male c’era ? Lo Stato aveva la macchinetta per stampare i soldi e coprire cosi i buchi.
Solo che questo produceva un’inflazione del 20% annuo.
I buchi in realtà li coprivano poi le famiglie che vedevano bruciati i loro pochi risparmi.

Adesso il sistema è stato ereditato da uno Stato che ha perso la prerogativa di poter stampare soldi.
Gli Euro li stampa solo l’Europa. E allora i debiti bisogna pagarli con le tasse. Capito??!!!
QUALCUNO SI E’ FATTO SENTIRE NEL MONDO POLITICO ?
Nel mondo politico pochi hanno fatto sentire le loro voce, anzi, a pensarci bene me ne ricordo uno solo: Ugo La Malfa, voce che gridava nel deserto. Predicava l’austerità.

Predicava l’austerità non solamente riguardo le pensioni. C’erano anche altri fiumi di spesa, ma quello delle pensioni è sempre stato il più grosso

La Malfa (Partito Repubblicano Italiano) raccoglieva un 5% dei voti. Dicevano che faceva l’interesse degli industriali
I partiti allora gettonati erano DC, PC, PSI.

Io ho sempre votato PRI.
Prima Ugo La Malfa, in seguito Giovanni Spadolini.
Sono obbligato a incensarmi per far sapere che non sto parlando con il senno di poi.

Il caos politico e amministrativo italiano degli anni di piombo ha prodotto un unico buon risultato (c’è sempre il rovescio della medaglia): gli italiani sono diventati gli europeisti più convinti di tutta Europa.
Hanno preso coscienza della nullità della propria classe dirigente e quindi sperato (unica via di salvezza) in una autorità sopranazionale, che dall’alto imponesse regole serie.
I GIORNI NOSTRI
I giorni nostri, nella mia concezione, iniziano nel 1994 con il primo governo Berlusconi.
In quel momento si è verificato uno scontro frontale tra il governo e l’opposizione sul tema pensioni, con un evento di portata storica; l’adunata sindacale a Roma a piazza S.Giovanni contro il tentativo di riforma delle pensioni proposto da Berlusconi, evento del quale intendo parlare in uno scritto successivo.
Franco Valsecchi

I vagoni odiano la locomotiva

Sul Corriere di oggi (24 gennaio 04), Angelo Panebianco presenta un articolo (E il Cavaliere sgretolò l'anticapitalismo) che secondo me centra perfettamente l'obiettivo di spiegare le ragioni del berlusconismo e dell'anti-berlusconismo.

Costituzione capitalista
L'talia è un paese capitalista, nei fatti e nelle leggi che la governano. La Costituzione, scritta nei primissimi anni del dopoguerra, legittima questo stato di cose.
D'altro canto però le stesse forze politiche (PCI, DC, PSI, maggioranza soverchiante del parlamento ) che hanno scritto la Costituzione, odiano il capitalismo. Quindi lo sopportano male.

Dice, ma come mai se la pensavano cosi hanno scritto la Costituzione di un paese capitalista ?
Risposta : in Italia, all'epoca, stazionavano le truppe americane, USA Army, che non erano venute qui per fare del turismo. Gli USA all'epoca erano l'unico vero paese capitalista liberista al mondo. Quindi, guardare bene il modello e adeguarsi.

I comunisti e i socialisti storici, avversano il capitalismo per ragioni ideologiche più che ovvie. Il marxismo, che è la loro matrice ideologica, è nato per demolire il capitalismo (ed insieme ad esso la Chiesa).

I democristiani odiano il capitalismo perchè rappresenta la speculazione, e quindi il contrario della solidarietà, della condivisione, dell'altruismo e della carità cristiana.

Politica anti-capitalistaLa conseguenza è che, nonostante la Costituzione, le forze politiche che hanno dominato l'Italia hanno poi fatto una politica economica tutt'altro che liberista, quindi la cultura dell'impresa e del profitto sono stati trattati come farina del demonio dice Panebianco.
L'industria dei debiti (debiti a pagare di tasca dai cittadini) invece è stata vista con simpatia, perchè erano debiti socialmente giustificati, debiti per garantire i posti di lavoro.

L'industria italiana, fino ad un decennio fa, è stata dominata dall'IRI, ente statale proprietario di più della metà delle grandi industrie (Alfa Romeo, Alitalia, RAI, SIP, Italtel, cantieri navali, siderurgia ecc). Quindi, di fatto, il nostro era un capitalismo di Stato, tutte queste aziende più che debiti non hanno mai fatto.

La competizione internazionale e l'entrata in Europa ci hanno costretti poi, volenti o nolenti, a cambiare strada, ma i sentimenti della classe politica e di moltissima gente, sono rimasti a favore di questa politica economica.
Nostalgia della sicurezza economica garantita dallo Stato
Sta di fatto che, nell'ultimo decennio, un gran numero di persone ha dovuto rimboccarsi le maniche e crearsi un lavoro autonomo, da soli o in piccole società.

Entrata di Berlusconi in politica
Quando Berlusconi è entrato in politica ha subito sguainato la spada a difesa dell'impresa, ad esaltazione del libero mercato, ad incoraggiamento del lavoro indipendente,

Panebianco dice : come valori da esaltare, espressioni di una moralità superiore.
La scala dei valori su cui era costruita la prima repubblica veniva così scardinata.

Questa è stata, nel panorama politico italiano, una novità assoluta, sconvolgente, contraria alla cultura dominante dell'anticapitalismo Catto-Comunista.

Questo fatto ha tirato addosso a Berlusconi un odio mortale da parte di molti italiani.

Lui, non solo predica una politica economica che richiede di rimboccarsi le maniche, ma distrugge anche tutti i sogni di tanti ex giovani che un tempo hanno combattuto epiche battaglie sociali, scioperi, occupazioni di scuole, casini di ogni genere (battaglie inutili come quelle di Don Chisciotte).
Lo scopo di Berlusconi non è quello di far incazzare la gente ma di convincerla che la nuova economia è basata sulla libera impresa.

Le locomotive ed i vagoni
La gente comune, in gran parte, vede i datori di lavoro come fumo negli occhi.
Sia perche sono quelli che ti comandano, sia perchè fanno i soldi
In Italia ci sono cinquemila imprese tra grandi e piccole.

Tutti gli altri lavoratori messi insieme sono circa ventidue milioni di persone (quattro persone su dieci lavorano, in Italia)

Queste cinquemila imprese sono le locomotive dell'economia italiana
I ventidue milioni di lavoratori subalterni sono i vagoni del treno.
La gente deve prendere atto di questa realtà.
E' inutile che i vagoni debbano odiare le locomotive
Se si fermano le "locomotive" i " vagoni" possono solo tornare alla campagna, a vangare l'orto.

Franco Valsecchi

L'Araba Fenice

Ottobre 2003 - L’ARABA FENICE

La forza elettromotrice
È come l’Araba Fenice
Che ci sia ciascun lo dice
Dove sia nessun lo sa

E’ un refrain che circolava nelle scuole professionali dove si insegnava elettrotecnica ai miei tempi belli.

Ma la corrente elettrica produce varie Arabe Fenici.
Oltre alla forza elettromotrice, che muove i treni, i tram, le lavatrici e i macinini del caffè, c’è un’altra Araba Fenice : le onde radio, che ci fanno ascoltare la radio, vedere la televisione e parlare con il telefonino.
E poi ce n’è un’altra ancora, una terza : la luce elettrica, fatta di onde elettromagnetiche come le onde radio, ma di frequenza estremamente superiore.

Raccontando le cose in stile fumettistico, che è l’unico che mi riesce, voglio spiegare alcune cose circa le onde radio e la luce.

Il campo magnetico
Quando circola una corrente in un conduttore, si genera un campo magnetico intorno al filo.
Se la corrente è continua (quella delle batterie) il campo magnetico è fermo come il famoso Palo dell’Ortica.
Se la corrente è alternata, come quella delle nostre prese elettriche domestiche, che va avanti e indietro 50 volte al secondo (220 Volt, alla frequenza di 50 Hertz), anche il campo magnetico si agita alla stessa velocità.

Le prese di corrente
Con la corrente delle nostre prese però non succede ancora niente perché la velocità di agitazione è bassa (50 Hertz) Le onde elettromagnetiche cadono per terra e non fanno neanche polvere.

Le onde radio
Perché succeda qualcosa di tangibile bisogna arrivare a circa 10 mila Hertz (10 kHz).
Allora le onde elettromagnetiche cominciano ad andare lontano. Cominciano ad essere onde radio.

Il campo delle onde radio, vale a dire delle onde elettromagnetiche utilizzate per le radiocomunicazioni, si estende in pratica dai 100 mila Hertz (100 kHz) ai 2 Giga Hz, che significa 2 miliardi di periodi al secondo, (oppure per i matematici 2x10 elevato alla 9 )
Questo intervallo da 100 kHz a 2 GHz viene definito lo spettro radio, ma di fantasmi non ce ne sono. Dentro il margine estremo superiore dello spettro radio, (2 GHz), funzionano gli attuali telefoni cellulari GSM.
Oltre lo spettro radio
Andando in su con le frequenze, quando si arriva ai mille miliardi di Giga Hertz (10 elevato alla 12a potenza) si incontra un confine molto importante.
Il confine tra le frequenze che non fanno niente al corpo umano (lo spettro radio) e le frequenze che hanno un impatto sulla fisiologia del corpo umano (le frequenze superiori)

L’impatto fisiologico può essere sia benefico che malefico, dipendendo dalle dosi di radiazioni.
E’ il regno della luce (da non confondere con l’illuminismo, che è una filosofia) in particolare il regno della luce solare.
Più si va in su con le frequenze e più è forte l’impatto con il corpo umano, fino ad arrivare a livelli letali.
Oltre un certo limite l’uomo è protetto dalle radiazioni solari grazie all’atmosfera

Lo spettro luminoso. Il campo dell’infrarosso
Alla frequenza di 10 elevato alla 12a Hertz, inizia la luce invisibile all’infrarosso, che si estende per una gamma di frequenze fino ai 10 alla 14 (che palle questa storia !)

Le onde elettromagnetiche di questo nuovo universo, di cui mi accingo a scrivere, sono prodotte prevalentemente dallo spazio cosmico piuttosto che dall’uomo.
Anche l’uomo però è in grado di generarle, per scopi vari.
Esistono infatti cannocchiali all’infrarosso e relative macchine fotografiche.

Lo spettro luminoso. La luce visibile
Arrivati ai 10 elevato alla 15, Hertz finalmente troviamo la luce del sole (quella che riusciamo a vedere)
Mi sembra di essere Dante quando esce dall’Inferno.
Luce visibile, peraltro riprodotta anche dall’uomo con le lampadine, le candele etc.

Lo spettro Luminoso. I raggi ultravioletti
Superato lo spettro luminoso visibile si entra in quello della luce ultravioletta, invisibile come l’infrarosso.
Qui entriamo in un campo che diventa pesante per il corpo umano
L’ultravioletto si estende da 10 alla 15 (1 seguito da 15 zeri) fino a 10 alla 19 (1 seguito da 19 zeri) e include i “raggi X” che hanno massacrato i radiologi per mezzo secolo.

I raggi Gamma
Non che finisca proprio qui la storia ma qui la faccio finire perché sono stufo.
Intorno ai 10 elevato alla 20 Hertz ci sono i raggi gamma, onde elettromagnetiche micidiali dalle quali ci ripara l’atmosfera
(che bella copertina che abbiamo addosso, ne !?)
Comunque l’uomo è riuscito ad utilizzare anche queste frequenze.
E’ già in uso uno strumento elettromedicale, chiamato Gamma knife (coltello a raggi Gamma) che viene utilizzato nella chirurgia del cervello per l’altissima precisione che consente di ottenere.
Ci sarebbe anche il Laser ma qui non si finisce più !!!
Basta inscì !!!!
Conclusioni
Adesso che mi sono preso la briga di raccontare tutte queste cose arrivo alla mia conclusione.
Io non vedo perché una lampada da 100 Watt, appesa in cucina sopra la mia testa, lampada che emette onde elletrromagnetiche (luce visibile) alla frequenza espressa in Hertz di 1 seguito da 15 zeri e della potenza appunto di 100 Watt debba essere innocua alla mia salute mentre un telefono cellulare GSM che, quando si parla, emette due Watt a due Giga Hertz (2 seguito da 9 zeri) e quando non si parla emette praticamente niente anche se è acceso, dico perché quest’ultimo dovrebbe essere pericoloso alla mia salute.
(le antenne GSM sui tetti trasmettono la stessa frequenza a 20 Watt)

Se c’è qualche uomo di scienza, di quelli che non vanno a farsi leggere la mano, che mi dimostra che sto sbagliando, ecco in questo caso io sono disposto a scendere in piazza con i cortei di protesta contro le antenne , insieme alla variegata fauna delle badanti, delle collaboratrici domestiche, delle signore snob dei salotti radical-schic palestrate e abbronzate a lampada, dei pacifisti, dei culattoni …ups i Gay, dei No-global dei No-Berlusconi e dei Si-ai-Rompicoglioni.

Scusatemi ma questo è uno sfogo del cuore di uno che ne ha piene le palle di sentir parlare di elettrosmog

Franco Valsecchi


















martedì, novembre 29, 2005

Il paradiso perduto

Introduzione
Nel mondo occidentale, moderno, industriale di oggi il contadino non esiste più.
Oggi gli addetti all’agricoltura sono persone che siedono su una macchina e girano per i loro campi.
Per mezzo di ammennicoli vari, appendici del trattore, lavorano la terra senza scendere dalla macchina. Sono dei sedentari dell’agricoltura.
Il contadino, nel mio immaginario, è una persona che lavora la terra con le sue braccia.
Nel terzo mondo ci sono ancora i contadini, gli uomini che lavorano ancora la terra con le loro braccia. Le loro condizioni di vita sono molto varie in relazione all’ambiente in cui si trovano.
Noi li conosciamo un po’, confusamente, attraverso la televisione.
I contadini io li vedo come quelli che ho visto in Romagna negli anni quaranta, sulle colline dell’ Appennino tosco-emiliano, e la loro immagine è rimasta scolpita nella mia mente e nei miei sentimenti. Uomini rocciosi, dediti solo al lavoro.
Non a caso Mussolini ha impiegato i suoi conterranei, i contadini romagnoli, per realizzare la Bonifica delle Paludi Pontine. Voleva andare sul sicuro.
Io provo un sentimento di riconoscenza verso di loro. Sento di dovere qualcosa ai contadini romagnoli. Dedico perciò a loro una mia favola, fatta di realtà, ma con un finale surreale, immaginato al solo scopo di trovare una pietra di paragone alla loro sofferenza esistenziale.
UNA FAVOLA DI VITA REALE

Plasmati dalla terra.
Il contadino nasce a otto anni.
A otto anni il padre gli mette in mano una zappa.
Le mani del ragazzo la sentono e capiscono che devono dilatarsi per avvolgere il legno in una morsa. Le mani vogliono bene al ragazzo e fanno di tutto per aiutarlo. Diventano grandi e forti.
Poi qualcuno mette sulle spalle del ragazzo fascine di fieno, di paglia, di legna.
Anche le spalle vogliono bene al ragazzo e cercano di assumere la forma adatta al compito.
La forma giusta somiglia al dorso dei muli e dei somari. Le spalle si allargano e si arrotondano; si adeguano.
Il tronco e le gambe vorrebbero allungarsi ma si rendono conto che il ragazzo non guarda al cielo.
Guarda sempre la terra ed è in dialogo continuo con essa. E’ l’oggetto esclusivo della sua vita.
Se gambe e tronco si allungassero renderebbero difficile la vita al ragazzo.
Sia le gambe che il tronco gli vogliono bene e preferiscono allargarsi invece di allungarsi.
A vent’anni il contadino è fatto, è completo, è uomo plasmato per lavorare la terra con le sue braccia.
Nasce la famiglia
Un giorno il giovane contadino porta le mucche al pascolo su per i monti della valle.
In una dolce conca erbosa il contadino incontra una pastorella con le sue pecore.
L’incontro è fatale.
Il contadino s’innamora all’istante della pastorella e decide di fargli fare un figlio, subito.
La pastorella apre la bocca per pronunciare qualcosa :
poteva essere un no, oppure un si, oppure un ma……….non si sa.
Le mani extra-large del contadino chiudono il discorso sul nascere.
Dopo, subito dopo, il contadino chiede alla pastorella : come ti chiami ?
Lei risponde : Io mi chiamo Donna e tu ?
Il contadino : Io mi chiamo Lavoro
E’ così nata una nuova famiglia.
Lavoro e Donna metteranno al mondo molti altri figli, utili alla famiglia contadina, braccia necessarie per lavorare la terra e sopravvivere.
Presa di coscienza
Lavoro e Donna, dopo anni, hanno una famiglia fatta, con un ultimo pargolo ancora in fasce.
Nel tempo hanno sperimentato la durezza della vita contadina in tutti i suoi aspetti.
Sono passati attraverso il lavoro massacrante, le malattie, le carestie, le morie del bestiame, le annate senz’acqua, le piene del fiume e molti altre durezze della vita.
Un giorno Lavoro e Donna si guardano in faccia e si interrogano :
ma chi è che ci ha cacciati dal Paradiso Terrestre ? E perché ci hanno cacciati ?
Abbiamo fatto noi qualcosa di male ?
Lavoro e Donna decidono di chiedere ragione di ciò a qualcuno che se ne intende.
Decidono di recarsi alla Pieve per porre la domanda al Signor Curato.
Oppure, nel caso lui non ci fosse, chiedere almeno al campanaro. Dovrà pur sapere qualcosa anche lui.
Lavoro e Donna si incamminano verso la Pieve, con il pargoletto al seno della mamma.
La Pieve
Al di la del fiume e dopo aver scavalcato una collina, Lavoro e Donna giungono alla Pieve.
Entrano timorosi in chiesa, si guardano intorno con circospezione e non c’è nessuno. Vanno a vedere in sagrestia : nessuno anche li.
Escono, girano intorno alla chiesa, entrano nel piccolo cimitero, poi nel campanile: nessuno.
Ritornano in chiesa e si mettono a girare ed osservare con grande rispetto e devozione tutti gli angoli del tempio. Pare che non ci sia nessuno.
L’incontro
Ma, non è vero; qui c’è qualcuno.
E’ un crocefisso appeso al muro.
Un crocefisso a dimensione umana, appeso ad altezza d’uomo.
Anzi, no, appeso ad altezza di contadino.
Lavoro e Donna si avvicinano al crocefisso.
Il viso di Cristo è solamente una spanna più in alto di quello di Lavoro, essendo Lui appeso al legno della croce.
I due, timorosi, si approssimano sempre più alla Croce.
Scrutano il volto di Cristo, lo guardano con stupore, dilatando gli occhi.
Anche Cristo muove la testa in giù verso di loro, avvicinandola al loro viso.
Lui li guarda, li fissa con occhi amorevoli, pietosi.
Si osservano reciprocamente con grande meraviglia, sfiorando i loro visi.
Lavoro e Donna vedono nel volto di Cristo uno di loro.
Si riconoscono in Lui.
Si identificano in Lui. Hanno incontrato uno di loro.
Lavoro e Donna cercavano la Porta per ritornare al Paradiso Terrestre ed invece hanno trovato una croce come quella che stanno portando loro.
Rimangono a lungo stupiti, ammutoliti a scrutare il volto di Cristo.
Non riescono a staccarsi dal fratello inaspettatamente incontrato.
Poi, Lavoro mette una mano sulla spalla di Donna.
I due indietreggiano, adagio senza staccare gli occhi dalla Croce, e si avviano quasi furtivamente verso l’uscita, seguiti dallo sguardo amorevole di Cristo.
Escono dalla Pieve e si avviano in silenzio attraverso i campi.
Ritornano alla loro croce quotidiana.
Franco Valsecchi










































































La Cina non c'entra

Lunedi 14 marzo 2005, l’annesso al Corriere “CorriereEconomia” ha ospitato un articolo di Marco Vitale che io trovo particolarmente interessante.

Dice Marco Vitale nel titolo: siamo depressi e la Cina non c’entra.

Riassumo i passaggi secondo mè più significativi.

Da anni la Fiat è in crisi e la Cina non c’entra.
Da anni l’Alitalia è in crisi e la Cina non c’entra.
Con Parmalat abbiamo realizzato la più grande frode della storia e la Cina non c’entra.
Paghiamo l’energia elettrica più cara di tutti (avendo rinunciato al nucleare) e la Cina non c’entra.
Siamo il Paese turisticamente più ricco del mondo ma, in termini di visitatori, siamo terzi in Europa dopo Francia e Spagna e la Cina non c’entra.
La nostra Giustizia è la più lenta del mondo, facendo così girare al largo gli investimenti stranieri, e la Cina non c’entra.
Abbiamo il più alto numero di impiegati statali ma la burocrazia statale più lenta del mondo, e la Cina non c’entra

L’elenco delle piaghe d’Egitto….pardon d’Italia, enunciato da Marco Vitale, non finisce, qui ma si complica e richiederebbe a me troppo spazio.

Voglio invece aggiungere qualche piaga presa dalla farina del mio sacco

Abbiamo, in percentuale sulla popolazione, il più alto numero di pensionati del mondo, cioè il 30%, e la Cina non c’entra.
Abbiamo, in percentuale sul PIL, il più alto debito del mondo, cioè il 106%, e la Cina non c’entra.
Facciamo più sciopero nei servizi di trasporto di tutto il mondo, in modo da far scappare i turisti, e la Cina non c’entra

Può bastare per piantarla qui con il ritratto dell’Italia.

Ma allora la Cina è una bufala ? La Cina c’entra o non c’entra ?
La Cina non è la causa della nostra depressione. Quella è roba nostra, made in Italy.
Adesso però con la Cina (e con altri) dobbiamo combattere tutti, anche noi, sistema Italia.
Il problema è che noi ci troviamo a combattere ma con poca forza, con meno forza di molti altri, in quanto, nei passati decenni, abbiamo creato un sistema debole, l’attuale sistema Italia, con il motore che va a segatura invece che a benzina.

Ma se siamo dei brocchi a questo livello come abbiamo fatto a cavarcela ?
La storia va fatta dal 1970 in poi. Qui c’è stata la svolta. Quando sono diventati adulti quelli che sono andati a scuola sotto il dominio culturale marxista è iniziato il casino.

I governi democristiani sono stati terrorizzati dall’avanzata elettorale del Partito Comunista ed hanno cominciato a “dare”.
Hanno creato un sistema che dava più di quello che incassava.
Lo strattagemma per far vivere un tale sistema era quello dell’ inflazione. Stampando moneta i debiti dello Stato venivano annullati. Venivano però anche svalutati i risparmi della gente e le pensioni, ma i sindacati potevano gloriarsi delle vittorie sul padronato.

Perciò “tutti felici e tutti contenti, il Rè…è vittorioso in tutti i momenti”

In questo modo anche l’industria si manteneva competitiva sul mercato internazionale perché la lira perdeva valore continuamente sulle altre monete e quindi i prezzi dei nostri prodotti erano buoni.

Il sistema (illusorio) ha potuto vivere così fin quando, come condizione per entrare in Europa, ci hanno imposto di mantenere il valore della lira entro certi livelli di riferimento con l’ Ecu (Serpente monetario).
Abbiamo dovuto smettere di stampare moneta ed é cominciato a crescere a dismisura il debito pubblico, non più pagato con la carta stampata.
Allora ci hanno detto che bisognava smettere anche di fare i debiti perché gli altri Stati Europei non volevano diventare soci con dei bancarottieri.
Per smettere di fare debiti è venuta di moda la privatizzazione delle aziende IRI, che erano delle macchine per fare i debiti. Invece i pensionati ed i cassintegrati non sono stati privatizzati. Nessuno li voleva.
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Ieri sera ho assistito ad una delle conferenze più interessanti che mi sia mai capitato di vivere.
Alla BCC(Banca di Credito Cooperativo) di SestoSG, ha parlato della Cina un Missionario del PIME, Bernardo Cervellera.
Una persona che ha vissuto dal 95 al 97 a Pechino ed è anche stato ospite in Italia di notissime trasmissioni televisive.
Riassumere quello che ha detto è per mè praticamente impossibile nello spazio di una email.
Cercherò di fornire qualche flash su aspetti che più mi hanno colpito e che sono fuori dalle visioni più comuni e diffuse.
Cervellera ha esordito con un concetto di base: la Cina è sofferenza.
Ha inizialmente riassunto la storia di come la Cina sia arrivata allo status di oggi, nazione formalmente comunista ma in pratica, selvaggiamente capitalista.
Storia che passa attraverso glorie errori ed orrori del periodo maoista, a milioni di morti di fame, con persecuzioni a tutte le forme di religione, buddista, cristiana ecc.
Oggi lanciatissima economicamente a livello mondiale, con un incremento del PIL medio annuo del 9% costantemente da oltre vent'anni. Un fenomeno assolutamente unico.

Oggi la Cina spaventa economicamente l'occidente per la capacità competitiva, ed entusiasma quegli operatori economici che hanno deciso di lanciarsi negli affari dentro al gigante asiatico.
Pochi percepiscono invece il pericolo rappresentato dalle situazioni di marginalità in cui vive una quota enorme di cinesi.
Si parla di ottanta milioni di contadini che provano ad entrare nel mondo industriale della città e sono trattati come animali.
Lavorano in condizioni disumane ottenendo un ciotola di riso quotidiana ed una miserevole paga, una volta l'anno, ma spesso non vengono pagati.
Questa massa umana schiavizzata (questo è il termine reale), che sempre più spesso si ribella, rappresenta una bomba, che, date la dimensioni, può provocare sconvolgimenti imprevedibili a livello planetario.
La percezione di questa situazione da parte dell'occidente è, in generale, che l'evoluzione sociale porterà, con la contestazione, ad un rallentamento della crescita economica cinese.
Ma è una visione ottimistica, legata alla storia recente dell'occidente, inapplicabile alla Cina di oggi.
Bisognerebbe guardare più realisticamente alla Russia del 1917.
Una rivoluzione in Cina potrebbe essere una sorta di tsunami economico/politico per il mondo intero, in una società globalizzata, e quindi interdipendente.

In mezzo a tanta incertezza e paura, ci sono anche aspetti di speranza: un ritorno spontaneo dei cinesi alla relgiosità, in particolare al cristianesimo.
Un ritorno, fino a poco tempo fa contrastato duramente dalla classe politica, (60 milioni di membri del partito comunista).
Un ritorno che inizia ad essere visto come una speranza dai politici stessi, angosciati da quello che si prospetta a causa dell'evoluzione economica selvaggia.
Un altro aspetto che io vedo con favore è la penetrazione cinese in Africa, non certo perchè favorisca l'Europa. Anzi.
L'Europa ricca, pigra, egoista, immobile, senza più slanci, dedita a proteggere la sua agricoltura dalla concorrenza africana, potrebbe vedere l'Africa cinesizzata.
Questo è l'unico futuro in cui può sperare l'Africa.
I cinesi sono disposti a trasferirsi in Africa, a lavorare, portare capitali e tecnologia e di conseguenza sviluppo economico e sociale, in cambio di materie prime, cioè petrolio e metalli necessari alla loro economia.
Mi auguro che succeda.
Carissimi saluti a tutti
Franco

lunedì, novembre 28, 2005

Come la gente ha vissuto il 25 aprile


Che giorno è stato per la gente comune il 25 aprile 1945 ? Quelli che non l’anno vissuto come lo immaginano ?
La storiografia ufficiale lo descrive come un giorno di festa popolare, come all’arrivo degli americani nelle città del sud, quando questi distribuivano cioccolato ai bambini e rimorchiavano le ragazze, ma è un’immagine retorica.

Il giorno del 25 aprile non c’era la gente in strada con le bandiere, gli evviva, i canti, ad accogliere i partigiani, ed abbracciarli. Non c’erano le ragazze che si innamoravano a prima vista di loro, ecc. ecc. ecc. come vuole la storiografia ufficiale. Tutto questo non c’è stato.

A livello popolare c’è stato sicuramente grande sollievo per la fine della guerra.
Insieme a questo però, la vista di morti sconosciuti sulle strade e di tutti quegli uomini armati, desiderosi di vendetta che portavano in corteo le loro prede da ammazzare, induceva timore in gran parte della gente. A livello di civiltà c’è stata una drastica regressione storica.
Il racconto di Luigi Abordi mi richiama alla mente i romani vincitori di ritorno dalle Gallie, con Vercingetorige portato in corteo come trofeo di guerra da mostrare al popolo, e come conclusione da ammazzare trionfalmente in pubblico.

Tra l’altro voglio far notare l’eccezionalità e la validità della testimonianza di Luigi: lui si trovava a vivere nel punto più simbolico di quelle giornate, a livello di tutta la Nazione: vale a dire in Piazzale Loreto. Se non c’era festa in Piazzale Loreto non c’era festa da nessun’altra parte. In effetti si stava celebrando la vendetta.

Nei giorni successivi si ballava in gran parte dei cortili, questo si, ma è un discorso diverso, umano, liberatorio, festaiolo, non celebrativo.
Erano tornati gli uomini dalla guerra, quelli nascosti erano usciti e dopo 5 anni era tornato il permesso di suonare e ballare in pubblico. Durante la guerra era proibito ballare, per rispetto ai soldati che stavano al fronte.

Per concludere voglio riportare alcuni passaggi dell’articolo di Ermanno Olmi.

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Franco Valsecchi

Sono meglio i ladri o gli stupidi ?


Ho detto alcuni giorni fa.
In Italia, storicamente, parlando degli ultimi trent’anni i soldi sono stati sia rubati che sprecati.

Quelli sprecati per stupidità da marxismo-leninismo idiota (PCI-DC) rappresentano il 90% e sono stati la causa che ha rischiato di farci buttare fuori dall'Europa.

Allora gli italiani si devono decidere se preferiscono farsi governare dai ladri o dagli stupidi.
Io, personalmente, ho una preferenza per i ladri: sono immorali ma sono meno pericolosi degli stupidi.
Possono sembrare battute gratuite.
Qualcuno può pensare che siano battute di spirito per tirare acqua al mio mulino.
E invece no cari signori.
Qui lo dico e qui lo spiego ragassoli.
Fatto storicoInnanzitutto c’è un fatto storico incontestabile:
l’entrata dell’Italia nel sistema monetario europeo è stata messa in forte discussione dagli altri Paesi europei, a causa del debito accumulato e questo ostracismo è durato fino al 1999.
Per poter entrare nel sistema abbiamo dovuto impegnarci a fermare l’emorragia.
Gli altri si sono accontentati che smettessimo di far debiti. Se non c’era l’occasione di dover entrare in Europa noi andavamo avanti fino alla bancarotta.
Quello che avevamo sul gobbo, era pari al 112% del PIL, cioè il 112% di tutto quello che produce l’Italia in un anno. In data di oggi hanno detto che ora è il 106%

Restare senza mangiare, senza andare in macchina, dal parrucchiere, ecc. ecc. pur lavorando, per un anno, in 57 milioni di persone, non basta a pagarlo.
Il livello di riferimento da raggiungere, statuito dai Trattati di Maastricht per il debito, è del 60% del PIL, valore al quale sono attestati mediamente i nostri partners.

Cause
Il fenomeno è iniziato negli anni settanta, all’epoca di Moro e Berlinguer, quando l’Italia è stata colpita da una epidemia di marxismo acuto, epidemia da idiozia di comunismo pacifico, penetrata dappertutto, anche nella Democrazia Cristiana, anche nella Chiesa Cattolica.
Il risultato è che i comunisti dicevano quello che si doveva fare, per il bene del popolo, e i democristiani eseguivano.
E’ nata così l’Anonima Bancarottieri di Stato (ABdS) li chiamo così perché non sono individuabili in una persona.
Non era come oggi che l’opposizione ha il privilegio di poter indicare il responsabile di ogni male in un singolo individuo. Il Cavaliere del Male.
Chi reagiva
A questo andazzo reagivano in pochissimi.
A livello politico era il solo Ugo LaMalfa a farsi sentire, ed era così ascoltato che raccoglieva il 5% dei voti, compreso il mio. (non sto parlando col senno di poi)

A livello giornalistico, l’alfiere della contestazione al sistema in atto era Indro Montanelli, che per poter dire la sua ha dovuto lasciare il Corriere e fondare il Giornale.
Circa a metà degli anni settanta, in occasione di una tornata elettorale, Montanelli rivolse agli elettori un invito rimasto storico:
Tappatevi il naso e votate Democrazia Cristiana.
Cosa voleva dire ?
Voleva dire che i democristiani erano corrotti, erano ladri e quindi puzzavano, ma era meglio votare per loro piuttosto che per gli onestissimi ma stupidissimi comunisti, che avrebbero pilotato l’Italia in un burrone.

E’ pressappoco quello che ho detto io alcuni giorni fa (riportato sopra) con altre parole .

Quando è finita la gestione ABdS ?
L’ABdS ha poi condotto la danza fino a circa il 1991, quando abbiamo dovuto affrontare l’Europa.
La Russia era andata in bancarotta l’anno prima e i comunisti, a malincuore, si sono rassegnati a dimenticare il sol dell’avvenire

A quel punto i nostri dell’ ABdS hanno passato le carte nelle mani di Azeglio Ciampi, che non era un politico..
Era il Governatore della Banca d’Italia, cioè un impiegato statale che aveva fatto carriera perché sapeva leggere scrivere e far di conto.
Ciampi è diventato Presidente del Consiglio
A quel punto anche quelli dell’ABdS erano tutti diventati europeisti fino al collo.

TangentopoliCon il crollo della Russia, l’America ci ha lasciati soli.
A quel punto, in Italia abbiamo potuto fare quello che volevamo e si è scatenato Antonio Di Pietro, mettendo sotto accusa, a termini di legge, quelli che avevano rubato.
Ed il grande spreco ? Quello no ? Quello non è stato inquisito ?
Quelli che invece di investire i soldi in opere pubbliche li hanno spesi in idiozie ? Quelli che hanno sperperato il patrimonio dello Stato ?
Quei che gan mis i scimes in de la crapa a la gent ?
(Quelli che hanno messo le cimici nella testa della gente ?)

No, loro no, non sono perseguibili perché non è scritto da nessuna parte nelle leggi dello Stato
di come vadano spesi i soldi.
E’ scritto solo nelle regole del buon senso
Franco Valsecchi