mercoledì, maggio 06, 2009

MARCHIONNE SERGIO

Sono totalmente affascinato da Sergio Marchionne.

Puo darsi che la mia immaginazione lo veda fuori dalla realtà. Un ragazzo italiano che cresce e studia in Canada.
Diventa avvocato prima e commercialista poi. Gli danno posti di prestigio in USA e in Europa in ambienti finanziari di alto livello.

Umberto Agnelli gli affida la FIAT, messa male, e lui in pochi anni la raddrizza. E’ una fabbrica, non una banca.
Adesso va a caccia di costruttori auto americani in odore di bancarotta. Cosa avrà lui da offrire che gli altri costruttori non hanno???

Anche Barak Obama è affascinato da Marchionne.
Ma la FIAT adesso è così brava ???
Ma è anche piena di debiti!!!
Penso che la possiedano più che altro le Banche.

Alle spalle di Barak Obama ci sono squadroni di consiglieri. Con lui c’è poco da bluffare, incantare serpenti.
Arrivo alle mie interpretazioni e conclusioni.
Sergio Marchionne è un uomo che ha dedicato la sua vita totalmente al lavoro.

Ha immolato corpo e anima al lavoro, alle sue doti personali. Ci ha creduto ciecamente.
Questo però non poteva bastare. Sono essenziali in aggiunta capacità intellettuali e umane:

- una visione lungimirante
- la capacità di scegliere i collaboratori (talent scout) e di motivarli.

Gli hanno affidato una FIAT dormiente, figlia di un ambiente tardo-monopolistico,
probabilmente ammalata di supponenza. Che Marchionne la tirasse fuori dall’inerzia.

Credo che il punto di svolta, dove Marchionne ha puntato e vinto, sia il centro ricerche della FIAT, che è andato a caccia del futuro dell’auto, attirando le attenzioni degli americani.

Americani dormienti per ragioni di opulenza: la benzina costa troppo poco in USA. Non c’è lo stimolo a scervellarsi.
I clienti comprano le auto comunque, anche se sono di 4700 (quattromilasettecento) centimetri cubi di cilindrata, come è capitato a me nel 1976, senza peraltro poterne conoscerne la cilindrata.
Dall’indagine che ho dovuto fare per venirne a capo è diventato chiaro che nessun venditore esibiva la cilindrata e nessun cliente la chiedeva.

Però, se battere gli americani su quel piano era troppo facile, battere gli europei, anch’essi in lizza, non poteva esserlo.
E qui arriviamo al dunque.
Io non sono in grado di comparare le ricerche FIAT a quelle degli altri prestigiosi costruttori.
Se però il binomio FIAT-Marchionne è vincente c’è poco da discutere. Ha potuto convincere gli americani che lui è sulla strada del futuro.
Da una conferenza a cui ho assistito ho potuto constatare che FIAT ha dedicato grandi sforzi a studiare il futuro dell’auto, dal breve-medio termine (vent’anni) al lungo termine (quarant’anni).

I termini del discorso sono estremamente complessi, e tutte le strade (che si intrecciano) vengono esplorate in attesa che si arrivi a delle scelte..
Gli studi tengono conto, da un lato dei grandi ostacoli:

- esaurimento del petrolio,
- problema ecologico (CO2 nell’atmosfera) specie con l’entrata nel mercato di qualche miliardo di nuovi utenti del terzo mondo. (in Cina oggi c’è un’auto ogni mille persone )

Da un altro lato le possibili soluzioni relative al tipo di energia da usare a bordo macchina, con tutte le possibili implicazioni nel reperimento, produzione, costi economici ed ecologici del combustibile:

- Gas,
- Biocombustibili,
- Idrogeno,
- Energia elettrica.

Tutti queste forme di energia sono in esplorazione per utilizzo in modo individuale o in combinazione ibrida tra loro.
Prospettive ancora tutte aperte.
Le probabili motorizzazioni di breve-medio termine sono con propulsori ibridi aperti a tutte le miscelazioni (tipi e percentuali di carburante) Presto saranno a due motori, uno a combustione e l’altro elettrico a recupero dell’energia di frenata.
Il futuro a lungo termine appare essere (per il momento) una scelta tra veicolo elettrico oppure a combustione di idrogeno.

La scelta (oppure le scelte) del tipo di energia, porterà alla realizzazione della rete stradale di rifornimento.
Realizzazione quanto mai impegnativa in investimenti e tempi di implementazione.
Se uno segue sui giornali l’avventura di Marchionne sente parlare solo di debiti, prestiti, banche sindacati, governi.
Di prospettive future dell’auto nessuno parla.
Gli editorialisti che approfondiscono gli argomenti sono illeggibili.
Parlano un linguaggio riservato agli addetti ai lavori dell’economia, come minimo bocconiani.

Tecnologia e aspetti dell’auto futura non trovano spazio.
Nessuno menziona il fatto che Marchionne è in fuga, e nessuno dice tanto meno il perché.
Come ha fatto Marchionne ad andare in fuga ???
I sindacati parlano di difesa dei posti di lavoro e basta.
I posti di oggi, che se non cambi strada domani non ci sono più. Squallidi burocrati suicidi.

I politici parlano di non si sà che cosa. Pensano ai voti che non vogliono perdere, oggi.
…Del doman non v’è certezza….

Franciscofranco