domenica, dicembre 02, 2007

Neoplasia urbanistica Lombarda

Abbiamo scoperto un nuovo problema
Adesso abbiamo un problema: è stato scoperto che Milano è brutta !!!
E chi se l’aspettava ?!.
L’ho sempre sentito dire dai milanesi di nuova nomina, quelli provenienti da altre regioni, che, sputando nel piatto dove stavano mangiando, hanno sempre detto peste e corna di Milano.
A mi me girava i ball però sorvolavo.
Adesso lo dice anche il ragasso della via Gluck l’Adriano nazionale.
Adrianoilcelentano è bravo, bravissimo, mi piace troppo, ed ha una grande fama.
Però quando i suoi sono venuti a Milano penso avessero una grande fame.
Dove si va a mangiare ?
Ma possibile che per mangiare bisogna andare in un posto brutto ?!
Pare che sia così.
Le fabbriche si fanno nei posti di pianura (niente panorami) dove c’è tanta acqua, ma sotto terra, da tirare su con la pompa (niente barche, gondole, pescatori ecc.).
E le fabbriche non le fanno con le statue e le fontane nei giardini, ma con capannoni affumicati e lugubri altissimi camini.
Non ci sono scaloni di marmo, colonne e capitelli
E neanche terrazze giardini pensili e menestrelli ma tanto fumo, tanta ruggine e tanta ferraglia.
E non ci abitano principi e baroni, che, beati noi e loro, vivon fuori dai coglioni.
E le fabbriche non le hanno mai progettate i grandi architetti o le prosperose architette.
Gli architetti progettano città dove c’è il Rè, con la Regina con i fanti di cuori, quadri, fiori, picche, cavallo e pulina
Il Rè che non c’è
Il Rè non c’è mai stato a Milano.
E’ venuto solo una volta Napoleone ad autoincoronarsi, ed è bastata la sua visita per far terminare il Duomo, che lo stavano facendo da 600 anni, e far costruire l’Arena, ben sapendo che dopo l’avrebbe usata la Grande Inter.
Poi è venuto Vittorio Emanuele II, primo Rè d’Italia, e allora gli hanno fatto la Galleria, la Statua in Piazza del Duomo piena di piccioni (che la decorano con pitture a spruzzo) e l’Arco della Pace, per celebrare il risultato di una guerra.
Lui, Rè Vittorio, è partito subito dopo per andare dalla Rosina, prosperosa e monarchica campagnola piemontese.
E’ stato li che è nato lo slogan fate l’amore e non la guerra.
Torino, capitale
Parlando appunto del Piemonte, adesso mi viene in mente che li c’è Torino.
Torino prima non c’era. Dopo ci sono andati i Savoia, quelli dei savoiardi.
I Savoia hanno fatto progettare, nel 1700 dall’architetto Filippo Juvara la città di Torino, con una serie di Palazzi e Basiliche.
Visto che il progetto era bello allora hanno fatto costruire Torino, ma non a casaccio, con le strade larghe e dritte.
Una planimetria a reticolo perfetta.
La mia storia è semplificata, arrotondata, imbellettata e mascherata.
Io la racconto come la conosco.
Torino è un posto che ha molto culo rispetto a Milano.
Nel senso che c’è tutto: la capitale di un regno, con l’industria e il panorama.
E’ un caso unico.
C’è il fiume Po che divide la montagna dalla pianura.
In pianura c’è la grande città industriale e dall’altra parte del Po ci sono le colline.
Vai cercare un altro posto così se lo trovi.
La gallina dalle uova d’oro
Milano è stata partorita e basta. Nessun architetto l’ha progettata. E’ venuta fuori una ragnatela, un garbuglio.
L’hanno fatta prima di Roma Ladrona altrimenti senza la Gallina dalle Uova d’Oro come faceva Roma a mangiare ?
Adriano dice che è brutta
L’Adriano molleggiato dice che Milano è brutta per colpa dalla Moratti e del Formigone
Quarant’anni fa si lamentava che in via Gluck non c’era più l’erba, e poi che era cresciuto un albero di trenta piani.
Adesso non vuole i grattacieli della nuova zona Garibaldi-Repubblica.
Cosa vuole, le case popolari del Giambellino o i giardini pensili di Babilonia ?
All’Adriano io gli devo raccontare un po’ di cose, qui nel seguito.
Ci voleva poco per essere belli
Di bruttezze ce ne sono esageratamente a Milano, e ancora di più nei Comuni limitrofi.
Bruttezze realizzate al 99% negli ultimi sessanta anni.
Se gli archi-tetti facessero il loro mestiere, cioè le case con gli archi e con i tetti invece di darsi al cubismo architettonico, allora sarebbe diverso.
Sarebbe bastato fare tutte le case con il tetto ed i balconi, in luogo dei parallelepipedi con dei vuoti quadrati e scuri in funzione di finestra.
Bastava questo per ridurre del chissaquanto per cento tutta l’architettaturamentazione che fa schifo al cazzonetto dei rifiuti.
E poi, anche strade larghe a sufficienza per il traffico automobilistico.
Dopo il Duce non le ha fatte più nessuno.
Necessario e sufficiente per evitare quanto sopra, era una laurea nella Facoltà del Buon Senso.
Il peggio
Ma il peggio è ancora all’orizzonte e non sono i grattacieli.
Per questo devo dare consigli al mio amatissimo molleggiato.
Gli consiglio di ascoltarmi bene perché non sento nessuno che ne parli, e se perde questa occasione è fregato..
Forse dopo potrebbe scriverci una nuova canzone.
Gli consiglio di decollare da Linate con un areoplanino in un giorno di aria trasparente, e guardare verso la Brianza.
Si accorgerebbe che Milano, Città Regione è sulla strada per diventare Città del Messico, una bolgia umana.
Vale a dire una megalopoli i cui confini a sud sono quelli dei Comuni periferici addosso alla tangenziale,
mentre sui restanti tre lati, a est, a nord e a ovest i confini sono a Bergamo, Lecco, Como e Varese.
Nei pochi spazi non ancora cementificati della Brianza
l’edilizia sta tirando bene
come ha scritto con aria trionfalistica un redattore del Corriere in questi giorni.
Conclusione: la pianura pedemontana lombarda sta diventando una megalopoli, la cosiddetta Grande Milano, confinante a nord con i laghi e le montagne e a sud con le risaie ancora fertili e salve, per ora, dal catrame.
Pianificazione darwiniana
Questa opera sta crescendo senza alcuna pianificazione e senza commenti da parte degli ecologisti contemporanei.
Senza alcun progetto di un qualsiasi Filippo Juvara.
Cresce secondo mutazioni genetiche di concezione darwiniana ?
O, ancora peggio, spinta da mutazioni neoplasico-cancerogene ?
Quando la neoplasia avrà raggiunto il confine dei laghi e delle montagne anche Milano godrà di zone panoramiche.
Potrà essere consolatorio, se si vuole.
Osservo che a tutt’oggi, il sistema di trasporto pubblico è gravemente inadeguato semplicemente a soddisfare la città attuale, entro i confini comunali attuali.
Abbiamo adesso forse un terzo della rete Metropolitana necessaria.
Silenzio assoluto
Al momento esisterebbero forse ancora gli spazi in Brianza per adeguare la rete di trasporto in vista degli sviluppi futuri.
Silenzio assoluto. Non se ne parla proprio. Niente si muove.
Dopo 15 o 20 anni è iniziata la costruzione della Pedemontana.
Si tratta di un’autostrada est-ovest attraverso la Brianza per scaricare il traffico dalla tangenziale di Milano.
Questo è il suo limite.
La Brianza necessita ben altro.
Necessita un’integrazione totale nella rete ATM per lenire le sofferenze della neoplasia urbanistica del
futuro-presente-avanzante.
Adriano, salvaci tu.
Adriano Cementano, dai !!! Lascia perdere i grattacieli Garibaldi-Repubblica !!!
Organizza una gita in aereo su Milano.
E poi regalaci una canzone sulla Grande Milano del futuro.
Magari la gente si sveglia.