domenica, novembre 12, 2006

Precarietà del lavoro

Oggi in centomila hanno sfilato con bandiere per protestare contro la precarietà del lavoro.
Certo, anch'io sono contro la precarietà. Si stà meglio con un posto fisso.
Io ho sempre avuto un posto sicuro.
Qualcosa però nel frattempo deve essere cambiato.
Fossi stato in loro io manifestavo anche contro le malattie.
Si sono dimenticati delle malattie.
Avrebbero preso due piccioni con una fava. O forse erano dei piccioni che pigliavano una fava.
Anche Napolitano, persona che io stimo, ha detto che hanno ragione.
La precarietà esiste in natura. Non si può eliminare.
Si può solo trasferire da un ente ad un' altro
Se si toglie la precarietà agli individui, trasferendo alle aziende il dovere della sicurezza sociale dei medesimi, diventano precarie le aziende.
Quindi diventa una precarietà collettiva distribuita su tutti i dipendenti dell'azienda.
Se dalle aziende la precarietà viene ulteriormente trasferita verso l'alto, allo Stato,
questo' ultimo deve garantire la sicurezza sociale a tutte le aziende e riassume in sè stesso tutta la precarietà nazionale.
E quì si arriva allo Stato Comunista, dove nessuno perde il lavoro e nessuna azienda fallisce.
Salvo il caso in cui lo Stato intero fallisce e chiude.
E' un principio di eguaglianza sociale.
Si riparte da zero.
E' capitato all'Unione Sovietica, pilastro centrale di tutto il mondo comunista.
L'Unione Sovietica è andata in bancarotta, non fraudolenta.
Nessuno ha rubato i soldi. E' stata una bancarotta onesta, autentica.
L'Unione Sovietica, negli ultimi anni di vita, ha chiesto prestiti a tutte le maggiori nazioni, inclusa l'Italia (l'talia delle lirette che presta i soldi al gigante Sovietico è difficile da immaginare ma è vera ! ).
A garanzia di questi prestiti l'URSS ha dato in pegno l'oro della sua Banca Centrale (la Russia è il maggior produttore di oro al mondo).
Quando è stato il momento di restituire il prestito l'URSS ha dovuto lasciare l'oro dato in pegno. Come al Monte di Pietà.
Le banche centrali di tutte le grandi nazioni si sono trovate nell'imbarazzo di decidere cosa fare di questo surplus di oro in cassa.
Surplus imprevisto.
Dice: ma qual'era il problema ? bastava venderlo.
Problema: vendere l'oro in massa vuol dire svalutarlo drammaticamente sul mercato.
Pare che sia stato il Giappone a rompere gli indugi ed a determinare il crollo del prezzo dell'oro sul mercato mondiale.
Crollo avvenuto negli anni ottanta, non molto prima del crollo del famoso "muro di Berlino"
Poi Gorbaciov, persona alla quale noi tutti dobbiamo riconoscenza, per avere evitato possibili tragedie planetarie, andò da H. Kohl a offrirgli la Germania est, in cambio del trasporto gratuito a casa del milione di soldati russi di stanza in Germania, carri armati e cannoni inclusi.
La Russia non aveva più i soldi neanche per portare a casa gli uomini.
E per le stesse ragioni la Russia ha pure rischiato di abbandonare astronauti nello spazio.
Fino a quel momento in Russia non c'erano mai stati "precari", ne tantomeno disoccupati.