sabato, novembre 11, 2006

Cinquantenario della rivolta ungherese

E' purtroppo un periodo in cui sono svogliato anche nello scrivere email agli amici. Cosa alquanto strana in quanto questo è il mio hobby preferito.
Ma il vedere come la RAI di oggi celebra i cinquantenario della rivolta ungherese mi provoca adrenalina da incazzatura.
La storia la scrivono sempre i vincitori, ma i compagni che vincitori del tubazzo sono ?
Ahh !!! Dimenticavo che hanno vinto le elezioni e quindi scrivono i copioni di quello che va in onda ad educazione storica degli italiani.
Non sono bastati 50 anni di idiozie.
Assentire loro la rivolta ungherese (1956) è stata una tappa storica nell'evoluzione del Partito Comunista Italiano.
Son cose che possono raccontare a quelli che non hanno più di 50 anni.
Non a quelli che le hanno vissute.
Sandro Curzi vai a cagare !!!
Alla morte di Berlinguer l'erede naturale alla segreteria del partito era Giorgio Napolitano. Il quale ormai pensava come un socialdemocratico.
Bene !!! Lo hanno trombato a favore di Alessandro Natta, vecchio comunista rincoglionito. Personalità da presidente di una bocciofila.
Napolitano lo hanno mandato a pascolare in Europa.
Adesso ha fatto comodo ripescarlo ed esibirlo in grande spolvero.
Dice: guarda come è democratico un comunista !!!
All'indomani della caduta del "muro di Berlino" (nel 1990, vale a dire 36 anni dopo la rivolta ungherese !!!) con la lungimiranza che li contraddistingue, decisero di cambiare nome al partito.
Sandro Curzi si ricordi che sta parlando di gente del tipo di Palmiro Togliatti, Luigi Longo, Armando Secchia, Giancarlo Pajetta, e dulcis in fundo, Moranino. Gente da "colpo alla nuca"
Loro con altri seguaci meno noti, mediante l'occupazione ideologica di scuole università e fabbriche, sono stati anche l'incubatrice delle Brigate Rosse.
Qualcuno mi può opporre che il PCI si oppose alle BR.
E' vero.
Anche una madre può sempre rifiutare i suoi figli ma non può negare di averli generati.
Se andiamo poi ad analizzare la posizione del PCI riguardo la politica estera italiana vediamo che si è opposto con ogni mezzo alla nascita di tutte le istituzioni europee. Ed ha trascinato anche il PSI di Pietro Nenni sulla stessa strada.
L'Europa di oggi è nata a dispetto del PCI che la vedeva, (giustamente) come bastione economico-militare anti-sovietico.
Con tanti saluti per la svolta ideologica all'indomani dei fatti di Ungheria.