giovedì, ottobre 20, 2005

Cosa siamo e cosa saremo


Adesso è tornato di moda lo scontro ideologico tra i seguaci della teoria evoluzionista (Darwin) e quelli della teoria creativista (biblica) per spiegare le origini della vita, ma in particolare le origini della specie umana.
Negli USA c'è una forte risorgenza della teoria creativista, del soprannaturale, e quindi una forte polemica con i sostenitori del materialismo.
Allo stato attuale della conoscenza non esiste evidenza scientifica a favore di nessuna delle due correnti di pensiero.
Esiste solo una realtà: il mistero della vita.
A metà del 1700 alcuni studiosi si erano convinti che la vita si potesse generare spontaneamente dalla materia organica.
Dopo circa un secolo venne dimostrato che un essere vivente può essere generato solo da un altro essere vivente. E siamo ancora fermi li.
La vita nasce solo dalla vita.
L'origine della vita è un mistero.
Ed è un mistero anche l'abbandono della materia da parte della vita.
Quando una cellula vivente muore non è dato sapere cosa sia uscito dalla materia.
E' uscita la vita, qualcosa di invisibile. La materia è sempre quella.
Gli scienziati materialisti però non si danno per vinti.
Hanno quindi elaborato teorie in base alle quali nelle prime epoche geologiche si è formato un "brodo" particolare che ha determinato l'origine della vita, in forme elementari, che aggregandosi ed evolvendosi hanno dato origine agli attuali esseri viventi.
Mi convincerebbero sulla validità della loro teoria se riuscissero a rigenerare quel "brodo".


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E questo e` il primo punto dove io credo che stai sbagliando.
Dalle prime idee del 1700 si e` più volte dimostrato che in particolari condizioni da materia inorganica possono essere create delle molecole di materia organica.
Questa non e` la vita ma sicuramente e` la base, il punto di partenza della vita.
Nei diversi miliardi di anni da quando apparvero queste molecole il fenomeno si e` certamente ripetuto più volte. Nella nostra piccola e limitata vita riesce difficile pensare che un evento impieghi miliardi di anni per realizzarsi, ma e` anche difficile credere che la terra su cui camminiamo si stia spostando. Per non parlare dei trenta metri di spostamento, nel giro di pochi istanti, dell'isola di Sumatra dopo il terremoto e lo tsunami.

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Non si capisce in ogni caso cosa cambierebbe circa il mistero della creazione.
Anche la teoria darwiniana della derivazione dell'uomo dalla scimmia, piccolo anello di congiunzione nella evoluzione della specie, che non scalfisce minimamente il mistero della creazione, ha mostrato nel tempo grosse lacune.
Quando la teoria venne elaborata ci si aspettava che con il passare del tempo venissero alla luce reperti di resti umani che dimostrassero le tappe di evoluzione, cioè gli anelli di congiunzione tra i vari momenti.
In un secolo e mezzo non è venuto fuori quasi niente.
C'è poi un grosso punto interrogativo.
Darwin sostiene che l'uso degli organi ne determina lo sviluppo.
Ad esempio i nostri arti anteriori, da piedi sono diventate mani, a furia di usarli in un certo modo.

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Questo e` un altro punto dove credo che stai sbagliando.
La teoria che l'uso di un organo ne determini lo sviluppo e` proprio quella che la teoria dell'evoluzione di Darwin ha smontato.
La teoria di Darwin sostiene che una specie e` in continua evoluzione perché ad ogni individuo che nasce, e spesso anche durante la sua vita, si producono dei cambiamenti.
Questi cambiamenti possono essere peggiorativi o migliorativi della qualità della vita, possono renderlo più debole o più forte per sopravvivere in un determinato ambiente.
Questi cambiamenti si trasmettono alla prole ma spesso non appaiono in modo evidente fino a quando un individuo che li porta non ne incontra un altro con gli stessi cambiamenti.
Ne deriva un rafforzamento di questi caratteri devianti e se questi rendono l'individuo piu` forte faciliteranno la sua sopravvivenza.
Ricordo che in una rivista dove veniva trattato l'argomento veniva portato l'esempio della giraffa. Non ricordo esattamente da quale altro mammifero abbia la sua origine , ma per quanto un individuo si sforzi di allungarsi per raggiungere il cibo non potra` mai trasmettere un collo piu` lungo. Ma se un giorno si verifica un cambiamento genetico per cui un collo piu` lungo permette alla specie di mangiare senza dovere competere per il cibo con altre specie, permettera` anche che quegli individui vivano piu` a lungo, si incontrino e piu` facilmente trasmettano il cambiamento alle generazioni future.
Se nel loro ambiente individui col collo piu` lungo trovassero piu difficile cibarsi morirebbero prima ed il cambiamento genetico si perderebbe.
Per tornare all'esempio che tu citi, i nostri arti anteriori da piedi sono diventati mani perche` si e` creato un cambiamento. Sembra che l'origine dell'uomo siano le savane dell'Africa, dove gli individui che stando eretti potevano vedere piu` lontano, avevano piu` possibilita` di vivere.
Ancora piu` possibilita` di sopravvivenza avevano quegli individui in cui un cambiamento genetico a quegli arti non piu` usati per muoversi, permetteva di manipolare oggetti, sia per portare il cibo alla bocca, sia per costruirsi un'arma.
Il fatto che non si sia mai trovato l'anello di congiunzione fra i vari momenti dell'evoluzione non lo trovo determinante. Primo perche`, secondo me, non e` del tutto vero.
Si sono rinvenuti molti resti che potrebbero rappresentare, e probabilmente lo sono, dei tentativi che poi si sono estinti perche` non si erano create le condizioni giuste. Direi dei rami secchi dell'albero genealogico.
Secondo perche` l'uomo, fino ad un migliaio di anni fa, non era ancora dilagato sul pianeta e poi, proprio la sua intelligenza, non si lasciava sorprendere dagli eventi nei luoghi piu` pericolosi.
Pero` a questo punto viene spontaneo domandarsi che cosa causa questi cambiamenti.
Perche` nascono individui con il collo piu` lungo fino a diventare giraffe? Perche', se prendiamo ad esempio l'uomo, sono nati individui con arti piu` adatti alla corsa ed alla manipolazione degli oggetti, con un cervello piu` sviluppato e che ha permesso di sopravvivere malgrado la debolezza fisica, che ha permesso di sviluppare la societa, l'arte, la tecnologia fino a tutto quanto oggi abbiamo? Molti hanno cercato di dare spiegazioni, a volte strampalate, a volte ragionevoli, ma nessuna definitiva.

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Ebbene, risulta che il cervello umano è larghissimamente sovradimensionato rispetto all'uso che se ne fà.
Se ben ricordo è maggiore di qualche centinaio di volte (posso sbagliare la cifra, anche per difetto) rispetto all'utilizzo che l'uomo ne fa.
Questo è in clamorosa contraddizione con la teoria evoluzionista.
Sembra invece piuttosto il progetto di un essere destinato a fare cose inimmaginabili.

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Non saprei stabilire quali potenzialita` abbia il cervello ma nessuno ha ancora spiegato perche` l'uomo ha una coscienza di vivere.
Non so se la sua intelligenza lo ha portato a sviluppare questa coscienza o e` stato il contrario.
Ma qualcosa lo ha portato a cercare la conoscenza e forse solo usando tutta la potenzialita` del cervello ci arrivera`. Ma credo che siamo ancora lontani dal traguardo.
Nei secoli passati ci sono stati uomini che hanno compiuto gesti di grande bonta`, che hanno studiato e lavorato per il progresso. Ma ci sono stati anche uomini capaci di grandi cattiverie mostrando un lato dell'uomo ben miserevole.
Se guardiamo al comportamento dell'uomo in questo tempo, per come sta sfruttando l'ambiente sembra esserci un futuro senza speranza.
Ma io sono ottimista. Anche se penso che l'idea dell'evoluzione sia giusta non la trovo in contrasto con la creazione. Possiamo davvero credere che tutto quanto esiste dal Big Bang 15 miliardi di anni fa sia solo dovuto al caso?
Dio ha creato il mondo in sei giorni, ma cosa rappresentano i sei giorni? Sei ere nella storia dell'universo? Ora viviamo il settimo giorno e Dio si riposa.
Sicuramente l'uomo e` stato creato con un potenziale per permettergli di risollevare le sue sorti.
Anche se non c'e` ne rendiamo conto non stiamo sempre cercando risposte alle nostre domande e non stiamo cercando di raggiungere un traguardo? Anche se ora l'uomo sembra vivere in modo molto materialistico perche` ha sempre coltivato una vita spirituale?
E` solo il caso?

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Con affeto
da Franco Valsecchi
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So di aver divagato, ma a volte anche poche righe fanno riflettere molto e ho voluto mettere in scritto queste mie riflessioni.

Ciao.
Giovanni

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Bellissimo il tuo testo Giovanni !!!!
Vedo che sei molto ferrato sull'argomento.
Non oso contestarti.
Anche perchè condivido sotanzialmente le tue conclusioni.
La teoria dell'evoluzione formulata da Darwin può essere benissimo vera, ma non spiega certo il mistero della creazione.
Inoltre, anche se l'evoluzione appare un processo casuale i risultati richiamano un disegno, un progetto.
La natura si muove in modo caotico ma il suo insieme è un progetto meraviglioso che non può essere frutto del caso.
Rimango scettico sull'origine della vita dalla materia, ma in ogni caso anche questo, se è vero, è frutto della creazione.
Se mi scrivi ancora sull'argomento mi fa certo grande piacere.

Ciao Giovanni
Con affetto da Franco

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Questo dialogo che abbiamo iniziato mi stimola a continuare, anche perchè ho capito che posso imparare molte cose da te.
Il mistero della nostra esistenza è affascinante. Ma non solo della nostra esistenza, bensì dell'esistenza dell'intero universo, è affascinante.
Ho riflettuto sulla possibilità che la vita sia nata sulla terra come prodotto della materia e non riesco proprio a crederci.
Al di la del fatto che queste condizioni particolari che avrebbero provocato il fenomeno, se sono esistite dovrebbero essere riproducibili.
La vita richiede un ambiente mite.
La vita non è compatibile con condizioni estreme che oggi non possono essere riprodotte.
Ma il punto fondamentale secondo me è che la vita è qualcosa di estraneo alla materia.
Se prendiamo l'essere vivente più piccolo, questo è un animale monocellulare.
Una sola cellula è un essere vivente dotato di alcune prerogative fondamentali all'esistenza in vita: capacità di alimentarsi, di riprodursi e istinto di sopravvivenza.
In particolare quest'ultima proprietà richiede l'esistenza di intelligenza + memoria, sia pure in termini elementari.
Chiunque avrà visto un piccolissimo insetto fermarsi per non farsi scoprire da qualcuno che per lui rappresenta un pericolo. Poi la vita è invisibile.
La vita abita la materia, ma quando esce di scena non si può osservare alcun cambiamento nella materia, salvo il fatto che la materia non si muove più. Da quel momento la materia vivente inizia a degradare ma nell'istante della morte risulta immutata nei suoi componenti.
Non si sa cosa sia la vita. Se ne vedono solo gli effetti sugli esseri viventi.
Io sono disponibile a credere nelle teorie evoluzionistiche per cui dalle forme di vita più elementari si è passati ad esseri complessi costituiti dall'aggregazione di milioni di cellule.
L'insieme di questi esseri costituisce quello che chiamiamo la natura, un insieme incredibilmente complesso, un sistema integrato di vegetali e animali necessari gli uni agli altri, con al vertice l'uomo.
E' assolutamente incredibile che questo sistema sia il frutto di una serie di casualità.
Se noi consideriamo impossibile che un gatto camminando sulla tastiera del pianoforte casualmente suoni la quinta sinfonia di Beethoven stiamo pensando ad un evento del quale si può calcolare la probabilità, sia pure piccolissima, microscopica, che avvenga, perchè è il calcolo su un numero "finito" di possibili eventi.
La probabilità invece che il sistema natura si sia materializzato casualmente non è calcolabile dall'uomo, nonostante le conoscenze matematiche ed i formidabili mezzi di calcolo d'oggi.
La natura è per forza di cose il prodotto di un processo pilotato.
Da chi ?
Spero di poter continuare questa discussione, magari con il contributo di altri amici.
Ciao Giovanni
Ciao a tutti gli amici
da Franco

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Caro Franco,
mi aggiungo anch'io alla discussione che hai proposto.
A mio modo di vedere, le domande poste sulla vita (tue e di Giovanni) sono valide anche per la materia.
Per cominciare a ragionare sull'argomento può essere un buon metodo quello di partire dalla nostra esperienza e dalla realtà davanti a noi, non facendoci condurre ( ma solo eventualmente aiutare) da tutto quello che filosofi, scienziati, religioni hanno espresso.
La vita non può prescindere dalla materia: entrambe cadono sotto i nostri sensi. Noi registriamo quando un "qualcosa" comincia a vivere e quando muore. La vita vive in una materia; forse si può dire che la materia prende una forma particolare di essere quando inizia a vivere; sicuramente si trasforma nel suo corso.

Una nascita è una novità: "qualcosa" che prima non c'era ed ora comincia ad esserci; hai ragione tu quando dici che la vita nasce solo dalla vita. Attraverso l'atto sessuale dell'uomo-animale (o anche con metodologie sostitutive) si trasmette la vita; ritengo comunque che in entrambi i casi da un punto di vista del risultato non ci sia differenza.
L'uomo (coppia o medico che sia) usa quello che la natura gli offre per ottenere il suo scopo di riprodurre la vita, ma la materia prima di cui si serve non è frutto della sua capacità e quello che ne esce (cioè tutti i particolari del nascituro) travalica la sua conoscenza e volontà.

Probabilmente in futuro il parco delle nostre conoscenze si amplierà in modo incredibile, e tante cose che oggi ci appaiono inspiegabili si sveleranno, perchè la volontà di intelligenza dell'uomo non si può arrestare;. l'uomo ha dentro di sè l'ansia di conoscere ciò che al momento è al di là dell'orizzonte, sicuri che ogni conquista non è che una tappa (l'emblema di Ulisse è quanto mai calzante). Ciò si riferisce alla vita biologica, ma a anche a tanti altri aspetti.
Tuttavia il termine essenziale del problema rimane: conoscere il come, il perchè e il chi, in riferimento a tutto.
Il bambino stesso, facendo un esempio, ha bisogno di avere risposta a come è nato, il perchè sia nato e chi sono i suoi genitori. Ma un conto è conoscere, un conto è produrre l'atto. Un conto è venire a conoscenza di un processo, un altro è la nostra capacità di modificarlo o di crearlo.

Se prendiamo ad esempio le leggi della natura, certamente oggi ne sappiamo di più di una volta e possiamo di conseguenza utilizzare gli ingredienti che abbiamo a disposizione per migliorare la qualità della nostra vita; ma quanto a creare nuove leggi e nuovi ingredienti direi che siamo impotenti. La teoria evoluziosta sicuramente avrà tanti elementi validi, ma sicuramente non esurisce l'argomento (il tuo esempio del cervello lo dimostra). Condivido poi ciò che dici riguardo all'"età" della teoria.
E veniamo alla tua affermazione per me fondamentale:
"Esiste solo una realtà: il mistero della vita". Sembra un assurdo, ma la frase è profondamente vera, perchè occorre ammettere che noi non afferriamo tutta la realtà (cioè qualcosa che esiste indipendentemente da noi), e in termini ultimi non la possediamo.

Rimane infatti un mistero di fondo, che noi abbiamo il compito di conoscere sempre di più, secondo le nostre possibilità e senza la presunzione di esaurirlo. Forse questa della vita, non è l' unica realtà, ma ciò non inficia il tuo concetto.
Da sprovveduto penso che a questo punto ci siano due possibilità: o credere che tutto (l'universo, la terra, gli uomini, gli animali etc), si siano creati dal nulla per effetto di una casualità ( sono gli atei; direi che sono sicuramente minoritari, e certamente tra gli scienziati ce ne sono stati molto pochi e tuttora sono numericamente esigui) o che ci sia un Attore in tutto questo, un Dio che ha voluto ed è stato capace di creare dal nulla il tutto.
La seconda ipotesi sembrerebbe oltretutto, come dice Giovanni, molto più logica, cioè in linea con la nostra esperienza di uomini: questo criterio è molto più sano di quello usato da molti, che anteponendo schemi ideologici o per interessi, mirano ad indebolire le certezze evidenti per condurre le persone alla voragine del nulla (sopratutto i giovani) e successivamente sottometterle al loro potere.
Cordialmente,
Bruno Gobbi

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Caro Bruno
Mi compiaccio per il tuo impegno ad entrare in discussione.
L'argomento è talmente vasto e aperto che si potrebbe discutere per mesi.
Io e te siamo più o meno allineati sulla stessa posizione.
Per soffiare sul fuoco occorrerebbe uno che la pensa diversamente da noi.
Speriamo di trovarne qualcuno.

Ciao
da Franco

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