mercoledì, dicembre 02, 2009

Il non parlamento

Il parlamento italiano, con la Costituzione che abbiamo, serve solo a rallentare la vita del Paese.
Di conseguenza il governo escogita tutti i modi per saltarlo.
E’ inutile recriminare sulle quisquillie. Anche cambiare la legge elettorale lascia il tempo che trova.
Deputati e senatori sono schiavi delle due coalizioni di Governo e di Opposizione, in qualunque modo siano arrivati in parlamento.
In sostanza il problema è che ogni volta che si vota entra in gioco il destino del Governo.

Se il Governo va sotto parte subito la discussione se questa maggioranza ha il diritto di governare oppure no.
L’opposizione (dal 1946 a oggi) comincia subito a chiedere le dimissioni del Governo. E’ un diritto che gli da la Costituzione.
Questo aspetto rappresenta una interferenza continua di impedimento alla libertà di voto dei deputati e senatori.
Ogni volta, oltre all’argomento per cui si vota (che dovrebbe essere l’unico argomento) c’è in ballo la sopravvivenza del Governo.

E questo secondo aspetto prende il sopravvento sulla questione di cui si stà votando.
Nessuno può tradire la sua coalizione, a meno che sia un suicida politico e non glie ne importi più niente di stare in parlamento, cosa molto rara.

Allora cosa dobbiamo fare ???

Dobbiamo passare ad una Costituzione del tipo americano.
Negli USA il Presidente, che è anche Primo Ministro, viene eletto ogni quattro anni direttamente dal popolo.
Il Parlamento non ha diritto a cacciarlo via.
Nel mezzo di ogni quadriennio, sfasati di due anni rispetto al Presidente, gli elettori eleggono i deputati.
La composizione del Parlamento può anche risultare di segno politico contrario al Presidente, vale a dire può bocciare qualsiasi legge venga messa ai voti, ma il Presidente rimane dov’è.

In queste condizioni deputati e senatori hanno la vera libertà di voto. Si vota semplicemente per la legge in questione.
La Costituzione attuale, scritta nel 1946 da persone perseguitate dal fascismo, pensava solo ad evitare un ritorno del fascismo.
La velocità di decisione non era una virtù. Faceva solo paura. Ma era un’altra Italia. Si andava piedi oppure a velocità degli animali da tiro.
La Vespa e la Lambretta le hanno progettate quell’anno. La Topolino ghe l’aveven i sciuri, e la Balila ghe l’aveven i sciuras.
Il telefono non c’era ne in casa mia ne in casa tua. Nel mio cortile c’era uno che aveva la radio. Quelli che potevano andavano in vacanze in Brianza con i treni della Nord, ed arrivati là prendevano la purga perché avevano cambiato aria.

Oggi siamo nell’epoca dell’aviazione, della TV, di internet, del cellulare, del telelavoro. Purtroppo anche in Cina, India, ecc.
La tempestività nel prendere decisioni è divenuta fondamentale.
C’è da sperare che l’insieme dei nostri politici si svegli e decida di cambiare radicalmente la Costituzione.
I francesi, da cui l’avevamo copiata, l’hanno cambiata verso la fine degli anni cinquanta. Perché stavano andando a rotoli.
Hanno rischiato la guerra civile.
Hanno dato carta bianca per un anno a De Gaulle che ha provveduto al caso. Quella francese di oggi è una Costituzione che somiglia a quella americana.
Vedere i nostri parlamentari in TV quando fanno le dichiarazioni di voto in Parlamento è deprimente.

Il lavoro legislativo avviene per forza di cose nelle Commissioni Parlamentari dove siedono solo gli specialisti del settore specifico. E’ l’unico lavoro concreto del Parlamento.
Le proposte di voto, una volta approvate in Commissione, passano poi all’Aula per essere votate. Il loro destino è già segnato: passano solo se lo vuole la maggioranza.
L’opposizione lo sa, ma ha diritto alle dichiarazioni di voto e sempre le utilizza, consumando più tempo che può per rallentare l’azione di governo.
Inoltre, data la presenza della TV, il relatore trasforma la dichiarazione di voto in un comizio elettorale.
Quindi davanti al video vediamo riuniti i compagni di partito del relatore, attenti e pronti ad applaudire, mentre tutti gli altri in ordine sparso, fuori dai loro seggi a chiacchierare o leggere giornali. E’ una cosa penosa.

Io non farei più entrare le telecamere alla Camera ed al Senato.
Saluti carissimi da Franco