lunedì, marzo 10, 2014

Don Egidio Trezzi ed il proletariato

Il Don Camillo della Bovisa

Quando io ero un ragazzino, negli anni quaranta, il parroco della Bovisa era  Don Egidio Trezziun brianzolo, tarchiato, virile, dal vocione forte, deciso.
Gli anni quaranta sono stati la palestra ideale per misurarlo: guerra, fame, e dopoguerra politicamente aspro. 
Il primo episodio.  Nel 1940, alla vigilia della guerra, Mussolini in un discorso alla radio lancia un anatema contro l'Inghilterra:  Dio stramaledica gli inglesi !!!  Anatema rimasto famoso storicamente.

In casa mia non c'era ancora la radio  (l'abbiamo avuta intorno al 1948) ma la frase ebbe grande risonanza.
Io avevo sette anni ma ricordo bene l'episodio. All'epoca gli anni valevano il doppio rispetto ad oggi. 
La domenica mattina andai a Messa come sempre.
Don Egidio, salito sul pulpito da una scaletta a spirale attorno ad una colonna, lanciò una frase di sdegnato dissenso verso le parole del Duce:

Dio non stramaledice nessuno !!!

Così grida Don Egidio.  Una cosa non da poco nella situazione in cui avviene.
La chiesa parrocchiale da dove parla Don Egidio è a circa cento metri dalla allora Casa del Fascio presidio politico del quartiere; (via Mercantini).
Sicuramente ci saranno state reazioni, direttamente oppure attraverso l'Arcivescovado.
Don Egidio, avrà avuto probabilmente le sue rogne ma è comunque rimasto al posto dov'era.
Poco tempo dopo c'è la dichiarazione di guerra, lanciata dal Duce a Inghilterra Francia,.
Forse la resa dei conti tra Don Egidio ed il Fascio è stata rinviata a dopo la guerra.
Fine del primo episodio che intendevo raccontare.

IL 25 aprile del 1945 è finita la guerra con la liberazione dal nasifasismo.
Il destino dell'Italia venne concordato in Crimea (Conferenza di Yalta) dove si incontrarono i nuovi leader del mondo:
            - Stalin (russo alcolizzato dalla vodka)
            - e Truman (paralitico USA su sedia a rotelle)

In quell'occasione venne stabilito che ciascuno si teneva le terre che aveva "liberato".
L'Italia è quindi appannaggio degli americani. 
(
Colpo di kulo formidabile per l'Italia. Abbbiamo azzeccato la strada giusta)

I  "pepponi" italiani di Palmiro Togliatti non erano contenti. Anzi, erano incazzati di brutto.
Stabilirono quindi che un giorno avrebbero fatto la rivoluzione proletaria, (la dittatura del proletariato) avrebbero  spazzato via i capitalisti, i preti e tutti i loro seguaci e sostenitori.

Don Egidio a questo punto della "storia"diventa il Don Camillo di Guareschi trapiantato alla Bovisa.
I suoi avversari ora sono i militanti del Partito Comunista Italiano decisi a rovesciare questo mondo ingiusto.

In Giugno (se ben ricordo) c'è la processione, dove io, anni prima, ho interpretato la parte di Gesù Bambino che porta (poco dignitosamente) il Globo Terracqueo di gesso per le strade del quartiere.
Ora ho dodici anni. Il mio ruolo è cambiato. E me ne intendo anche di politica. 

Il corteo parte dalla Chiesa Parrocchiale.
Come sempre nel corteo della processione ci sono due file che camminano ai bordi della strada
Io cammino insieme agli adulti nella fila di destra  
Più avanti, al centro, viaggiano la Banda Musicale della Bovisa, la Madonna portata in processione e Don Egidio che recita ad alta voce le litanie.

Don Egidio è, di alcuni metri davanti da me, al centro della strada. Il corteo, proveniente da via Varè arriva in piazzale Lugano dove svolta subito a sinistra in via Scalvini. 
Sul marciapiede destro della curva di svolta c'è una fila di uomini in osservazione, con le braccia conserte, lo sguardo accigliato e severo, che fissano quelli che sfilano ad una spanna dal loro naso.
Il loro atteggiamento comunica visivamente a ciascuno di noi:

            Ti ho visto. Ti abbiamo registrato. Non scappi
            Sei nella schiera dei clerico-fascisti. Dovrai pagare.
            Sei un amico dei padroni. Il grande giorno della rivoluzione, quando il popolo uscirà dalla         schiavitù del capitalismo e prenderà il potere, pagherai anche tu..

Quando Don Egidio giunge in prossimità dei rivoluzionari di Togliatti, incazzati difensori del popolo, li guarda bene in faccia e sembra voler dire:: mi avete visto?!!  Sono qui,. Non mi fate paura!!!!

Poi, Don Egidio, sempre guardandoli, esplode con tutto il suo vocione nel canto:
                                   noi vogliam Dio Vergin Mariaaa !!!!

Tutta la processione si unisce entusiasticamente al canto !!!!!.
Anche la banda, in testa al corteo, spara musica con tamburi e ottoni.
Il corteo continua per la sua strada e svolta a sinistra in via Imbriani.
Poi, giunto in Piazzale Bausan, svolta ancora a sinistra per via Mercantini ed infine rientra nella chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio, Parrocchia della Bovisa.

Il cuore si è tranquillizzato.
Lo spavento per il preannunciato "giorno del giudizio" è passato.
Per il momento.

E'  un piccolo brano della "Storia d'Italia" che ho vissuto


FRANCISCOFRANCO

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