venerdì, novembre 23, 2007

Carlo Casalegno

Domenica scorsa sul Sole24Ore c’era una pagina intera (pag.36) dedicata a rievocare Carlo Casalegno, ex direttore del quotidiano La Stampa, assassinato dalle Brigate Rosse il 16 Novembre 1977.
Trentennale del suo assassinio.
Sarà casuale ma non ho sentito niente in TV

Mi ha impressionato leggere l’articolo. Ha risvegliato in me la chiara immagine del tempo e le sensazioni di allora.
Pur ricordando io l’atmosfera di quegli anni mi rendo conto come il tempo abbia sfuocato, annebbiato tutto. Tutto nell’oblio.
Un uomo di grande coraggio, che si è sacrificato, immolato, per il diritto a raccontare e commentare gli avvenimenti.
Totalmente dimenticato dai contemporanei.

Oggi la televisione ci mostra un delitto quasi tutti i giorni.
Ma sono delitti indipendenti, slegati l’uno dall’altro.
Creano giustamente una percezione di insicurezza ma diversa da allora.

La sensazione in quegli anni era di una progressiva impotenza di fronte a qualcosa che ci stava avvolgendo e ci avrebbe sopraffatti.
Riporto qui alcune frasi, stralciate dall’articolo.

…….si tratta di una storia atroce e al tempo stesso esemplare perché mise a confronto la delirante follia di una organizzazione pseudo-rivoluzionaria e la serietà, la consapevolezza, il coraggio di un grande giornalista, che aveva partecipato alla Resistenza nelle file del Partito d’Azione ……
Altri giornalisti, come il direttore del TG1 Rossi e Indro Montanelli erano caduti sotto il piombo delle Br, fortunatamente soltanto per essere “gambizzati”……

Con Casalegno, invece, si aprì la spietata stagione degli omicidi. Il vicedirettore della Stampa fu ucciso perché contrappose il coraggio alla paura…..

L’ordine di far fuori Casalegno scattò, probabilmente, dopo la pubblicazione di un suo severo editoriale, a commento della scandalosa sospensione il 3 maggio del primo processo contro i terroristi : <>

A rivivere oggi quel clima e soprattutto quell’episodio, sembra di fare un brutto sogno.
Casalegno non usava mezzi termini e scrive:
<>

Due mesi prima dell’attentato Casalegno volle andare a Bologna per riferire su un avvenimento molto inquietante: la tre giorni degli extra-parlamentari comunisti, risoluti a scendere in polemica con il Pci …..
Come riferì il suo direttore Arrigo Levi, scrisse da Bologna pezzi da antologia, precisi e lucidi …….nella distinzione tra intellettuali italiani o francesi che disinvoltamente incitavano alla rivolta (tralasciamo i nomi per carità di patria) e i giovani plagiati che proferivano minacce feroci …..

Nell’androne dell’edificio di casa sua gli hanno sparato quattro colpi al viso sfigurandolo.
Nemmeno mezzora dopo qualcuno ha telefonato all’ufficio torinese dell’Ansa annunciando:
“abbiamo giustiziato Carlo Casalegno servo dello Stato.


Casalegno è sicuramente un uomo da glorificare, insieme ad altri di quell’epoca troppo presto (forse volutamente) dimenticata

Oggi si glorificano piccoli minuscoli eroi.
Forse è meglio così.
Vuol dire che non servono più gli eroi.

C’è però da sperare che nella storia vengano ricordati gli eroi.

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