giovedì, dicembre 01, 2005

I vagoni odiano la locomotiva

Sul Corriere di oggi (24 gennaio 04), Angelo Panebianco presenta un articolo (E il Cavaliere sgretolò l'anticapitalismo) che secondo me centra perfettamente l'obiettivo di spiegare le ragioni del berlusconismo e dell'anti-berlusconismo.

Costituzione capitalista
L'talia è un paese capitalista, nei fatti e nelle leggi che la governano. La Costituzione, scritta nei primissimi anni del dopoguerra, legittima questo stato di cose.
D'altro canto però le stesse forze politiche (PCI, DC, PSI, maggioranza soverchiante del parlamento ) che hanno scritto la Costituzione, odiano il capitalismo. Quindi lo sopportano male.

Dice, ma come mai se la pensavano cosi hanno scritto la Costituzione di un paese capitalista ?
Risposta : in Italia, all'epoca, stazionavano le truppe americane, USA Army, che non erano venute qui per fare del turismo. Gli USA all'epoca erano l'unico vero paese capitalista liberista al mondo. Quindi, guardare bene il modello e adeguarsi.

I comunisti e i socialisti storici, avversano il capitalismo per ragioni ideologiche più che ovvie. Il marxismo, che è la loro matrice ideologica, è nato per demolire il capitalismo (ed insieme ad esso la Chiesa).

I democristiani odiano il capitalismo perchè rappresenta la speculazione, e quindi il contrario della solidarietà, della condivisione, dell'altruismo e della carità cristiana.

Politica anti-capitalistaLa conseguenza è che, nonostante la Costituzione, le forze politiche che hanno dominato l'Italia hanno poi fatto una politica economica tutt'altro che liberista, quindi la cultura dell'impresa e del profitto sono stati trattati come farina del demonio dice Panebianco.
L'industria dei debiti (debiti a pagare di tasca dai cittadini) invece è stata vista con simpatia, perchè erano debiti socialmente giustificati, debiti per garantire i posti di lavoro.

L'industria italiana, fino ad un decennio fa, è stata dominata dall'IRI, ente statale proprietario di più della metà delle grandi industrie (Alfa Romeo, Alitalia, RAI, SIP, Italtel, cantieri navali, siderurgia ecc). Quindi, di fatto, il nostro era un capitalismo di Stato, tutte queste aziende più che debiti non hanno mai fatto.

La competizione internazionale e l'entrata in Europa ci hanno costretti poi, volenti o nolenti, a cambiare strada, ma i sentimenti della classe politica e di moltissima gente, sono rimasti a favore di questa politica economica.
Nostalgia della sicurezza economica garantita dallo Stato
Sta di fatto che, nell'ultimo decennio, un gran numero di persone ha dovuto rimboccarsi le maniche e crearsi un lavoro autonomo, da soli o in piccole società.

Entrata di Berlusconi in politica
Quando Berlusconi è entrato in politica ha subito sguainato la spada a difesa dell'impresa, ad esaltazione del libero mercato, ad incoraggiamento del lavoro indipendente,

Panebianco dice : come valori da esaltare, espressioni di una moralità superiore.
La scala dei valori su cui era costruita la prima repubblica veniva così scardinata.

Questa è stata, nel panorama politico italiano, una novità assoluta, sconvolgente, contraria alla cultura dominante dell'anticapitalismo Catto-Comunista.

Questo fatto ha tirato addosso a Berlusconi un odio mortale da parte di molti italiani.

Lui, non solo predica una politica economica che richiede di rimboccarsi le maniche, ma distrugge anche tutti i sogni di tanti ex giovani che un tempo hanno combattuto epiche battaglie sociali, scioperi, occupazioni di scuole, casini di ogni genere (battaglie inutili come quelle di Don Chisciotte).
Lo scopo di Berlusconi non è quello di far incazzare la gente ma di convincerla che la nuova economia è basata sulla libera impresa.

Le locomotive ed i vagoni
La gente comune, in gran parte, vede i datori di lavoro come fumo negli occhi.
Sia perche sono quelli che ti comandano, sia perchè fanno i soldi
In Italia ci sono cinquemila imprese tra grandi e piccole.

Tutti gli altri lavoratori messi insieme sono circa ventidue milioni di persone (quattro persone su dieci lavorano, in Italia)

Queste cinquemila imprese sono le locomotive dell'economia italiana
I ventidue milioni di lavoratori subalterni sono i vagoni del treno.
La gente deve prendere atto di questa realtà.
E' inutile che i vagoni debbano odiare le locomotive
Se si fermano le "locomotive" i " vagoni" possono solo tornare alla campagna, a vangare l'orto.

Franco Valsecchi

Nessun commento: