mercoledì, maggio 31, 2006

Non disturbare gli addetti ai lavori

Adesso gli italiani saranno chiamati a decidere sulle modifiche alla Costituzione.
La chiamata non viene dai partiti ma dalla Costituzione stessa dove c'è scritto che il popolo deve approvare eventuali varianti.

Tutti sanno quanto gli italiani siano esperti in questioni costituzionali e quindi sarà facilissimo scegliere per il "si" oppure per il "no".
Daltronde che bisogno c'è di saperne; basta seguire le indicazioni dei propri "tutori" politici, voglio dire di quelli per i quali facciamo il tifo, ed è fatta.
In Italia la Costituzione viene sistematicamente chiamata in causa quando gli avversari politici "mettono a repentaglio la democrazia".
Il bravo nostro presidente Ciampi si appella in continuazione alla Costituzione.
In effetti è un valore di riferimento. Meno male che c'è quella. E' come la mamma.
Questo però non dovrebbe impedire di riconoscerne i difetti. Che ci sono.
Facciamo qualche premessa storica.
La Costituzione è stata scritta nel 1946, subito dopo la guerra, ed è stata redatta sulla falsariga della Costituzione francese dell'epoca, modello democratico di riferimento.
I nostri uomini politici dell'epoca erano affascinati dalla Francia.
(Non tutti però: Palmiro Togliatti tifava per l'URSS ma ha fatto finta di niente)
La struttura di Governo del Paese è stata letteralmente copiata dalla Francia: due camere in serie a fare le leggi (lentezza estrema), Presidente della Repubblica inamovibile per sette anni, ma con pochi poteri. Presidente del Consiglio con poteri reali, ma in balia del parlamento che lo può mandare a casa quando vuole.
Ed è quello che è successo per cinquantanni : un governo all'anno, anzi uno ogni nove mesi.
Il sistema ha funzionato proprio male. Anzi, peggio di così non poteva.
E non c'è da meravigliarsi perchè la stessa cosa è successa in Francia.
Solamente che in Francia gli hanno dato uno stop molto presto.

Nel 1958 la Francia ha cambiato la Costituzione, (quella che noi avevamo copiato), fondando quella che a tutt'oggi è la Quinta Repubblica Francese, basata sul "presidenzialismo", vale a dire un Presidente della Repubblica inamovibile fino alla fine del mandato elettorale, con un potere superiore a quello del Primo Ministro.
Presidente che sceglie e nomina il Primo Ministro, in grado anche di sostituirlo se le circostanze lo richiedono, come successo svariate volte.
Un Presidente della Repubblica inattaccabile dai giochini parlamentari una volta che è stato eletto, e quindi in grado di dare continuità al Paese durante tutta la legislatura.

Il cambio in Francia è avvenuto per merito di De Gaulle che è stato chiamato dai francesi a togliere le castagne dal fuoco, appunto nel 1958.
Noi invece abbiamo continuato a vivacchiare con una Costituzione che non funziona ma che è meglio di niente.
Qui da noi, molta gente ha scritto peste e corna delle riforme proposte dal governo di destra uscente.
Anche autorevoli costituzionalisti (il costituzionalismo è una scienza) ne hanno parlato male.
Il più popolare di loro credo sia Giovanni Sartori, che ho sempre ammirato dalle pagine del Corriere, nonostante lui sia un anti-Berlusconiano.
E' uno che se ne intende, come alcuni altri peraltro di segno politico opposto.

Quelle che mancano però sono le proposte alternative alle modifiche promulgate dal governo Berlusconi.
Le cose non funzionano ma il mondo politico e accademico è bloccato. E' fatto di cagoni.
La Costituzione è sacra, non si tocca !!!

Oppure, in alternativa, è un mondo fatto di gente che non vuole disturbare i padroni, vale a dire i detentori del potere di fare e di strafare, pur non essendo seduti in parlamento.

Qui siamo di fronte ad un problema che somiglia molto a quello della giustizia italiana.
E' chiaro a tutti che peggio di così il sistema Giustizia non potrebbe essere, e lo è da plurimi decenni.
Nessun esperto però propone la cura. Nessun parruccone scrive un "manifesto".
Se il governo fa qualcosa allora si levano gli scudi a protezione dei magistrati.

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