mercoledì, maggio 31, 2006

Invertebrati senza coraggio e fantasia

Restiamo sempre sul tema calcio, l'unico argomento attuale che ci può tenere svegli.
Io mi auguravo nu poco poco di coraggio in più, e anche di fantasia in più, dai nostri "comandanti" la pelota.

Imprevedibilmente e inopportunamente, si è scoperchiato il bidone della merda nostrana, alla vigilia di un pranzo di nozze (il mundial).
I nostri addetti ai lavori non sanno fare altro che perdersi via in chiacchiere da "processo del lunedi".

Questo sarebbe invece il momento di far vedere chi siamo, se avessimo la spina dorsale.
Ma l'ipotesi è totalmente da escludere.
Ci vorrebbe gente del tipo ti faccio vedere come muore un Italiano.

Invece sentiamo Gigi Riva (numero due della nazionale) polemizzare con Beckembauer che si permette di profetizzare un mondiale duro per i nostri.
Mi dispiace parlar male di Gigi Riva che è stato un mio eroe calcistico.
Nella storia del mio tifo ci sono stati tre campioni extra-Inter per i quali ho tifato senza riserve.
Uno era lui, il Gigi da Leggiuno, rombo di tuono, nonostante fosse rivale di Sandro Mazzola nella classifica cannonieri.
Gigi Riva, ai miei occhi, era la reincarnazione di Stefano Nyers, apolide ungherese, fuggiasco ante-rivoluzione dal regime comunista, elettromotrice del binario d'attacco di sinistra dell'Inter anni 1948/1952.
Eroe della mia gioventù calcistica, delle cui gesta conservo i filmati e "le moviole" sotto il deserto del mio cuoio capelluto. Stile unico. Uomo bionico ante-litteram.
Gli altri due erano Carlo Parola, e Giovanni Trapattoni.
Due giocatori di grande classe, stile e correttezza. Assolutamente irripetibili ai tempi attuali.
Carlo Parola, centro-mediano acrobatico della Juventus Anni 40 e 50. Dominatore dell'area di rigore.
Giocatore ammirato in tutta Europa, dallo stile unico, elegantissimo. Inimitabili le sue rovesciate acrobatiche.
Giovanni Trapattoni da Cusano Milanino, mediano laterale di grande classe e stile del Milan anni sessanta.
Piedi e cervello pulito, senza se e senza ma.
Sull'onda emotiva dei miei ricordi ho divagato dal discorso che intendevo fare. Ma ora ci ritorno subito.

Se io fossi un demiurgo, cioè colui che puote ciò che lui vuole, manderei al Mundial di Berlino a pilotare i nostri ventidue, una triade (non quella tale che sappiamo) ma una triade costituita da Guariniello, Zeman e Trapattoni.
Senza alcun obbligo di vincere Non importano in questo caso i risultati calcistici.
Non è questo il punto.

Il punto sarebbe quello di andare in contropiede e spiazzare tutti, tutto il calcio internazionale e tutti i mass-media con delle conferenze stampa internazionali, senza reticenze.
Parlare apertamente del doping incontrollato del calcio internazionale. Chiamare pane il pane Mettere sulla difensiva quelli che adesso ci fanno le pernacchie.
Costringere i grandi giornali e le televisioni a togliersi in pubblico le mutande piene di merda.

Sarebbe una rivoluzione capace di zittire le chiacchere a nostro danno.
Saremmo gli iniziatori, gli avanguardisti, della stagione calci puliti alle palle sporche.
Ma ci mancano la spina dorsale, il coraggio e la fantasia per fare questo !!!
Non sappiamo far altro che perderci via con delle beghe da cortile con i Blatter ed i Beckembauer.
Con dei piagnistei difensivi.
Piagnistei che servono solo a dare materiale di lavoro ai cronisti sportivi.
Cioè fare un favore alla categoria prima responsabile della situazione attuale.

I cronisti (su mandato dei loro direttori) nel tempo hanno dettato le attuali regole del gioco:
obbligo di vincere a tutti i costi.
Con questa filosofia hanno conquistato i clienti (di carta e video) al prezzo di rovinare il cervello alle masse dei tifosi.
Saluti in contropiede a tutti.

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